Capolavori e inediti privati, Macchiaioli in mostra a Montepulciano fino al 26 settembre

il 26/04/2010 - Redazione

Settanta opere che celebrano uno dei movimenti artistici che più seppe innovare il linguaggio figurativo tra Ottocento e Novecento. Accade nella patria del Vino Nobile, a Montepulciano dove è stata inaugurata “Macchiaioli a Montepulciano. Capolavori e inediti privati”, la grande mostra allestita nei locali della Pinacoteca Crociani e curata da Silvestra Bietoletti e Roberto Longi che resterà aperta fino al 26 settembre.

La mostra - L’allestimento, progettato dall’architetto Andrea Milani, porterà il visitatore a scoprire la Pinacoteca Crociani e le suggestive Logge della Mercanzia proponendo una collezione privata ricca di noti capolavori e di straordinarie opere inedite, già appartenute alle più prestigiose raccolte macchiaiole del primo ’90, fra cui quelle di Luigi Sambalino, di Mario Galli, di Enrico Checcucci, di Vincenzo Giustiniani, a fianco delle famose opere della collezione del museo.Una raccolta che è stata composta dal suo artefice con particolare attenzione alla qualità estetica e all’importanza storica dei dipinti che la compongono così come al loro specifico significato per l’evoluzione dell’arte toscana dalle premesse della pittura macchiaiola all’affermazione dei nuovi linguaggi figurativi del Novecento.Una peculiarità che permetterà al visitatore di approfondire la conoscenza di una stagione artistica quanto mai ricca di idee e di sperimentazioni, come quella che ebbe come protagonisti Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Odoardo Borrani e infine i loro allievi, primo fra tutti Plinio Nomellini.

Le sei sezioni
Sperimentazione della macchia - Attraverso le opere di De Tivoli, di Gelati, di Signorini, di Cabianca, D’Ancona, Borrani e del giovanissimo Sernesi, la sezione illustra la situazione artistica fiorentina della seconda metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento, fervida di tentativi di rinnovamento, dalle sperimentazioni all’aria aperta fino alla definizione di un nuovo linguaggio pittorico basato sui valori della forma: la “macchia”.
Affermazione del linguaggio macchiaiolo - Col prosieguo del settimo decennio del secolo, lo stile dei macchiaioli attenua il suo iniziale rigore formale, acquisendo toni più pacati e inclini al sentimento in un ritrovato interesse per il soggetto e i suoi valori narrativi; sono gli anni di Piagentina e di Castiglioncello, rappresentati in mostra da opere di Signorini, di Lega, di Fattori, ma anche di artisti più giovani quali Eugenio Cecconi, autore di due straordinarie vedute del litorale livornese: i Bagni della famiglia Gamba a Antignano, e Scogliere del Boccale.
- Il “Gazzettino”, sprone a nuove vie espressive - Il “Gazzettino delle Arti del Disegno”, la rivista fondata nel 1867 da Diego Martelli cui Signorini contribuì fattivamente, rappresentò uno strumento decisivo per l’evoluzione del pensiero estetico a Firenze, inducendo gli artisti a confrontarsi con i movimenti dell’arte europea, in particolare francese. Contemporaneamente, i primi sentori di una situazione di crisi dovuta alla caduta di fede nei valori del Positivismo e alle disillusioni seguite all’Unità della Nazione, comportarono sentimenti di trepidazione espressi in maniera eloquente in dipinti di Fattori quali le Gramignaie o il cosiddetto Ritratto della figlia di Adriano Cecioni.
Il Naturalismo - Con gli anni Settanta dell’Ottocento, i macchiaioli e i loro giovani seguaci si volsero con sempre maggior interesse alle espressioni intessute di sentimento in linea con le tendenze del Naturalismo europeo, prendendo soprattutto a modello la pittura dei campi francese, in particolare di artisti come Jules Breton e Jules Bastien-Lepage che per il tono eletto delle loro scene di vita contadina erano molto apprezzati dai toscani. Ne sono esempi eccellenti la Contadina fra i pioppi di Fattori, il Ritratto di contadinella di Francesco Gioli, Sulle sponde dell’Elsa di Niccolò Cannicci.
La vita moderna: fuga e coinvolgimento - Accanto alle vedute urbane di Signorini, sono i temi campestri di Fattori, di Adolfo Tommasi, il paesaggio di Seravezza, intessuto di sentimenti affabili per la natura e per l’uomo, di Filadelfo Simi a suggerire lo stato d’animo degli artisti, dibattuti fra il fascinoso ritmo incalzante della società moderna e il desiderio di rifuggire la città per godere dei tempi blandi della campagna.
Verso il Novecento - La mostra si conclude con una serie di opere esemplificative del rinnovamento artistico avvenuto in Toscana alle soglie del XX secolo, quando l’esempio dei maestri macchiaioli divenne modello ineludibile per l’elaborazione di nuovi linguaggi figurativi da parte dei giovani toscani, primi fra tutti Plinio Nomellini presente con ben cinque quadri tra cui L’Orda accolta con entusiasmo alla Biennale veneziana del 1905.
Il mistero del proprietario delle opere - Le 70 opere dei Macchiaioli esposte sono un prestito di un personaggio che vuole rimanere anonimo e che tramite il Rotary Club di Chianciano-Chiusi-Montepulciano sono state proposte durante una cena avvenuta l'anno scorso in occasione dell'ultima edizione del Bravio delle Botti. Un anonimo che Roberto Longi nella prefazione al catalogo ha indicato con le sole iniziali G. M. Di questo personaggio si é saputo poi di più leggendo la prefazione di Longi. Si tratta di un milanese "profondamente legato al territorio poliziano avendo da tempo una proprietà nelle immediate vicinanze della città". G. M. é cresciuto in una famiglia dove non erano presenti inclinazioni collezionistiche e che dopo essersi laureato in Economia e Commercio a Milano ha intrapreso una brillante carriera nel settore finanziario. Proprio nell'ambiente delle banche agli inizi degli anni '70 conosce Giampaolo Daddi fine conoscitore della pittura toscana dell'ottocento e accorto collezionista di pittura macchiaiola. L'amicizia con Daddi porta G. M. a stretto contatto con il mondo del mercato artistico e cosi' nasce la sua passione per la pittura di macchia anche se agli inizi acquista i primi dipinti come forma di investimento. Solo con il tempo sente crescere in lui "un 'autentica infatuazione per la pittura di macchia". G.M. entra in possesso del suo primo dipinto (Bambino a Riomaggiore di Telemaco Signorini) nel 1973 e poi, nel corso degli anni, spesso con la supervisione del suo amico Daddi, tutti gli altri. Il valore delle opere presenti nella mostra non é quantificabile ma certamente si aggira intorno a svariati milioni di euro, opere spesso inedite o che "non escono al pubblico da parecchi anni, alcune anche da 60 anni".
Gli organizzatori - L’esposizione nasce sotto gli auspici della Provincia di Siena ed è frutto della proficua collaborazione tra Fondazione Musei Senesi, Comune di Montepulciano e Vernice Progetti Culturali grazie al sostegno di Fondazione Monte dei Paschi di Siena. L’esposizione è promossa da Rotary Club Chianciano-Chiusi-Montepulciano con il sostegno di: APT Chianciano Terme – Val di Chiana, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e Strada del Vino Nobile di Montepulciano, Pro Loco di Montepulciano.

Info utili - La mostra è aperta dal martedì alla domenica con orario di visita del tutto eccezionale: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20 con orario continuato; il sabato e la domenica dalle 10 alle 22 sempre con orario continuato. Chiuso il lunedì. È possibile l’apertura su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone. Biglietto:intero 7 euro;ridotto 5 euro.

Riflessioni di paesaggio – La mostra dedicata ai Macchiaioli rientra in un progetto più ampio “Riflessioni di paesaggio”che evidenzia le diverse sfaccettature dell’ambiente di Montepulciano: dal paesaggio nella pittura al paesaggio in musica, dal paesaggio dell’anima ai sapori del paesaggio, dal paesaggio ideale al paesaggio reale, con tutte le sue contraddizioni. E per comprendere le caratteristiche del paesaggio poliziano, il progetto propone una rassegna di eventi ed appuntamenti collegati tra loro, tra cui i concerti e gli spettacoli del Cantiere Internazionale d’Arte e dell’Accademia Europea di Musica e Arte, dalle manifestazioni di cultura popolare che avranno il loro culmine con il Bravìo delle Botti, simbolo di una tradizione che racconta di questa terra a misura d'uomo e porta a scoprire il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, la cucina, lo stile di vita che fa dell'armonia il suo baricentro.

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