I martedì del Vieusseux. Sei appuntamenti dedicati alla saggistica, dal fascismo alla storia contemporanea

Firenze il 15/04/2024 - Redazione
Un ritratto dell’Italia di ieri per cercare di capire quella di oggi. Dal 16 aprile al 28 maggio la rassegna “I martedì del Vieusseux” torna nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi, con sei appuntamenti, tutti alle ore 17.30 e a ingresso libero. Il nuovo ciclo di incontri è questa volta dedicato alla saggistica: dal fascismo alla storia contemporanea, dall’Italia del boom, con l’affermazione del radiodramma, al mondo della settima arte raccontato con la storia del cinema italiano negli Stati Uniti, inaugurata da “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, e con il divismo delle “maggiorate”, dove l’immagine iconica di Lollobrigida, Loren, Mangano e Pampanini ci riporta a quell’età dell’oro in cui il cinema offriva miti e riti che facevano da collante sentimentale al Paese.
“I Martedì del Vieusseux, dopo il felice risultato con i cicli precedenti, inaugurati con la narrativa del Novecento e poi con la poesia, sono adesso dedicati alla saggistica per offrire una sorta di grande affresco, attraverso voci e tematiche differenti, che racconta il nostro paese e invita a ricordare gli eventi passati per riflettere su quelli attuali” spiega il direttore del Gabinetto Vieusseux Michele Rossi.

Si parte il 16 aprile con “Roma 1922. Il fascismo e la guerra mai finita” (Il Mulino) dove l’autore Marco Mondini compone la storia corale e implacabile di un’Italia in cui la lotta politica si trasforma in guerra civile che scivola verso il lungo ventennio della dittatura fascista.

Evento off della rassegna, lunedì 29 aprile, in collaborazione con Fondazione Giorgio La Pira, Massimo Cacciari ci parlerà del poeta e scrittore Theodor Däubler attraverso le sue opere princiapli, fra le quali svetta L’aurora boreale che esce per la prima volta in Italia, edita da Marsilio.

Il 30 aprile Rodolfo Sacchettini e Nicola Turi racconteranno il radiodramma a partire dalla sua stagione migliore, in termini di qualità artistica, che comincia, nonostante la concorrenza della televisione, a cavallo degli anni Sessanta, con il loro “Storie da ascoltare nell'Italia del boom. Il radiodramma da Primo Levi a Giorgio Manganelli" (Carocci).

Si prosegue il 7 maggio con “C’era una volta in America. Storia del cinema italiano negli Stati Uniti 1946-2000" (Rubbettino) di Damiano Garofalo, insegnante di Storia della televisione alla Sapienza Università di Roma. Una preziosa narrazione che inizia nel 1946 con “Roma città aperta” di Roberto Rossellini in una piccola sala d’essai di New York, il primo film non americano della storia a incassare più di un milione di dollari.

La settimana arte torna al centro dell’incontro del 21 con il saggio di Federico Vitella “Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia” (Marsilio) dove scrive: “erano famose, erano celebrità, erano persone pubbliche. Erano dive. La loro salienza andava ben oltre il personaggio, il film, il cinema, per incarnare più generalmente forme di vita seducenti e modi di essere replicabili della nuova Italia repubblicana”.

Il 28 la rassegna si conclude con “Tragico controvoglia. Saggi e interventi 1968-2022” (Ronzani) di Mario Isnenghi, una raccolta di vari scritti, fra letteratura e storia, ricerca e impegno civile, da cui emergono le passioni intellettuali coltivate dall’autore nell'arco di oltre sessant'anni di attività.
 
IL PROGRAMMA
16 aprile
Marco Mondini
Roma 1922. Il fascismo e la guerra mai finita, Il Mulino
L’ascesa al potere del fascismo e il suo atto culminante, la cosiddetta marcia su Roma, possono essere capiti solo all’interno di un quadro più vasto, quello di un’Europa incapace di chiudere i conti con la Grande guerra. E se furono soprattutto i paesi sconfitti a scoprire che uscire dalla cultura dell’odio e della violenza quotidiana non era facile, frustrazione, scontento e desiderio di rivalsa si impossessarono anche degli italiani che pure – almeno formalmente – la guerra l’avevano vinta. Marco Mondini compone la storia corale e implacabile di un’Italia in cui la lotta politica si trasforma in guerra civile e che scivola via via verso il lungo ventennio della dittatura fascista.
Marco Mondini insegna History of conflicts e Storia contemporanea nell’università di Padova. Con il Mulino ha pubblicato: La guerra italiana (2014), Andare per i luoghi della Grande Guerra (2015), Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna (nuova ed., 2019) e ha curato La guerra come apocalisse (2017).
 
29 aprile - evento off
Massimo Cacciari
in collaborazione con Fondazione Giorgio La Pira
L’aurora boreale di Theodor Däubler, Marsilio (2022, 2023)
Theodor Däubler fu poeta e scrittore annoverabile nella schiera degli espressionisti. Nato nella Trieste austroungarica del 1876 da padre svevo e madre della Slesia, poco più che ventenne si trasferisce a Vienna con la famiglia. Trascorre il resto della sua vita, prima di ammalarsi irrimediabilmente, da bohémien peregrinante: Parigi, Berlino, la stessa Vienna, Dresda, Firenze, Roma, Ginevra e Atene sono le principali città in cui sosta, frequentando i salotti più ambiti, nei quali viene invitato per la sua forza trascinatrice dovuta a un’inesauribile foga declamatoria, e intessendo relazioni intense con esponenti di spicco del mondo della letteratura, dell’arte e del pensiero politico e giuridico. Avvilito dalla sorte toccata alle proprie opere, tra le quali svetta Das Nordlicht, muore in un sanatorio della Foresta Nera, povero e dimenticato da tutti o quasi, nel 1934.
 
30 aprile
Rodolfo Sacchettini, Nicola Turi
Storie da ascoltare nell'Italia del boom. Il radiodramma da Primo Levi a Giorgio Manganelli, Carocci
Il radiodramma in Italia si impone con forza nel secondo dopoguerra, quando può affrancarsi dai condizionamenti del Ventennio. La sua stagione migliore, in termini di qualità artistica, comincia però, nonostante la concorrenza della televisione, a cavallo degli anni Sessanta grazie a decisive innovazioni tecniche e all’affermarsi di una generazione emergente di registi nati dentro la radio o intercettati dai fermenti del Nuovo teatro. Come uno specchio sonoro, il radiodramma ha raccontato in maniera originale, tra il 1960 e il 1975, un paese in rapido cambiamento. Il volume – avvalendosi delle registrazioni e dei copioni conservati negli archivi della Rai – ripercorre le vicende di autori come Anton, Quartucci, Valdarnini, Squarzina, Rocca, ma anche le incursioni radiofoniche di celebri prosatori del secondo Novecento: dai racconti di Arpino, Wilcock e Landolfi ai contributi di Levi, Bianciardi e Vaime, fino alle acrobazie drammaturgiche di Malerba e Manganelli.
Rodolfo Sacchettini insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Firenze e Musica, media e tecnologia al Conservatorio di Bologna. Ha pubblicato tre monografie sulla storia del radiodramma italiano dalle origini alla fine degli anni Cinquanta; collabora con Rai Radio 3.
Nicola Turi insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Firenze. Si occupa di storia e teoria del romanzo e ha pubblicato saggi e monografie su numerosi autori italiani e stranieri (Calvino, Bianciardi, Dessì, Manganelli, DeLillo, Bassani, Tabucchi).
 
7 maggio
Damiano Garofalo
C’era una volta in America. Storia del cinema italiano negli Stati Uniti 1946-2000, Rubbettino
Nel 1946 Roma città aperta di Roberto Rossellini esce negli Stati Uniti. Programmato in una piccola sala d’essai al centro di New York, è il primo film non americano della storia a incassare più di un milione di dollari. Dal successo americano dei primi film neorealisti inizia l’avventurosa storia del cinema italiano negli Stati Uniti, ricostruita da questo libro a partire da una duplice prospettiva: da un lato, un’attenzione verso i luoghi, le modalità e gli spazi di distribuzione del cinema italiano; dall’altro, la ricezione critica e i discorsi generati da questi film sulla stampa nordamericana. Dopo aver affrontato la circolazione del neorealismo, il saggio si concentra sulla stagione d’oro del cinema italiano d’autore: i film di Fellini, Visconti, Antonioni e Pasolini. Conclude il volume una riflessione sulla crisi del cinema italiano negli Stati Uniti nel corso degli ultimi vent’anni.
Damiano Garofalo insegna Storia del cinema e Storia della televisione alla Sapienza Università di Roma. Si occupa dei rapporti tra cinema, storia e memoria, oltre che di storia sociale e culturale del cinema e dei media in Italia.
 
21 maggio
Federico Vitella
Maggiorate. Divismo e celebrità nella nuova Italia, Marsilio
La fortunata espressione “maggiorata”, coniata dallo sceneggiatore Continenza sul cantiere di Altri tempi (1952), uscì subito dal film di Blasetti per attaccarsi a Gina Lollobrigida. E da Gina Lollobrigida, nel discorso giornalistico come nella riflessione storiografica, finì presto per designare una batteria di attrici di successo, accomunata dalla non comune carica sessuale: Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Sophia Loren su tutte. Le maggiorate erano contese dai principali produttori di Cinecittà, riempivano le sale di ogni ordine e grado di esercizio, scatenavano inquietanti episodi di delirio collettivo, facevano notizia su quotidiani e rotocalchi, prestavano i connotati a icastici marchi del made in Italy, inauguravano festival ed eventi esclusivi, visitavano ufficialmente le autorità di mezzo mondo.
Federico Vitella è professore ordinario presso l’Università di Messina. Si occupa di storia del cinema italiano. Per Marsilio, ha scritto Il montaggio nella storia del cinema (2009), ha curato con Federico Pierotti il volume Il cinema dello sguardo (2019) e ha realizzato l’edizione critica della commedia di Michelangelo Antonioni ed Elio Bartolini Scandali segreti (2012).
 
28 maggio
Mario Isnenghi
Tragico controvoglia. Saggi e interventi 1968-2022, Ronzani
Intervengono Marino Biondi e Renato Camurri
Questo libro non è una semplice antologia di scritti. È piuttosto il diario di un artigiano della storia che racconta il suo mestiere e fa entrare il lettore nel vivo del suo laboratorio. Il risultato è una lezione di storia dell'Italia contemporanea in cui emergono la sapienza storiografica, le passioni intellettuali coltivate nell'arco di oltre sessant'anni di intensa attività. La raffinata scrittura che emerge in queste pagine è caratterizzata da uno stile inconfondibile, da un innato gusto per la polemica. Fare storia per Mario Isnenghi ha sempre significato andare contro corrente, prendere posizione, distinguere, precisare, delineare i diversi campi di analisi e studiare gli attori che in essi si muovono.
Mario Isnenghi, uno dei più autorevoli storici italiani, è professore emerito dell’Università di Venezia e presidente dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Studioso dei conflitti fra le memorie nella storia dell’Italia ottonovecentesca, ha pubblicato fra l’altro: Il mito della Grande guerra (il Mulino, 2014), L’Italia in piazza (il Mulino, 2004), I luoghi della memoria (Laterza, 2013).
 
Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux
Firenze, Palazzo Strozzi, Sala Ferri | tel 055 288342 | www.vieusseux.it
 
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