Affascinante e ambiguo insieme, come le foreste del Mugello in cui è ambientato, il romanzo di Riccardo Bellandi I signori dell’Appennino (Mauro Pagliai Editore) catapulta il lettore nel multiforme mondo medievale della Toscana del Duecento, conducendolo dalle misere e oscure taverne fino ai ricchi banchetti dei mercanti. Un viaggio tra intrighi di potere, atti di eroismo e tradimenti, vissuto attraverso le vicende del giovane cavaliere Tano degli Ubaldini. Ciò che più colpisce è che il racconto poggia su un’attenta ricostruzione storica degli avvenimenti, delle tecniche di battaglia e degli ambienti, che però non intralcia mai l’andamento della narrazione. Ne è un esempio la descrizione del castello di Montaccianico, fortezza degli Ubaldini, signori incontrastati del territorio tra Firenze e Bologna. È ormai sera e Tano sta rientrando verso la fortezza, dimora del potente zio Ubaldino della Pila, dopo aver teso un’imboscata a dei mercanti fiorentini. L’incedere del giovane cadetto è scandito dalla spiegazione scrupolosa e scientifica delle varie aree in cui era divisa la rocca. Così scopriamo che “il castello era strutturato su più livelli di fortificazione”, fino ad arrivare alla “torre signorile”, “alta più di venti metri e strutturata su ben sei piani”. In questo modo, integrando costantemente storia e finzione, Riccardo Bellandi riesce a darci un quadro completo della società dell’epoca, senza però mai annoiare il lettore, sempre più coinvolto nelle avventure del protagonista. Al centro di tutta la narrazione infatti c’è la vita di Tano degli Ubaldini, personaggio multiforme e complesso, rappresentante di un’umanità a volte feroce, ma mai banale. Lo vediamo accanirsi sul cadavere dell’avversario fino a sfigurarne il volto, decapitare il nemico con un sol colpo di spada, ma anche arrossire e abbassare gli occhi di fronte alla giovane donna di cui s’innamorerà, imbarazzato e incapace di sostenerne lo sguardo. I signori dell’Appennino è un romanzo cavalleresco, che racconta battaglie e amori di personaggi controversi. Sullo sfondo dello scontro tra Guelfi e Ghibellini per il controllo della Toscana, l’autore descrive le vicende che condussero i fiorentini all’assedio del castello di Montaccianico, e lo fa con un ritmo incalzante e accattivante, che cattura il lettore fin dalle prime pagine del libro.
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