C’era una volta in America... la storia incredibile dell’uomo con tre gambe

Luigi Oliveto

29/05/2024

Ci fu un tempo in cui si poteva andare in America e trovare davvero l’America. Nascere in un qui sfigati, con lo stigma della maledizione, e fare fortuna, graziati dalla vita. Valeva la pena, allora, attraversare quell’oceano di miraggi, se oltre stava un altro e benevolo mondo. E ce ne furono di miracolati. Tra costoro un caso indubbiamente singolare, quello di Francesco Lentini, nato mischinu in un paese della Sicilia, diventato ’U maravigghiusu (e non più per burla) negli States. Una vicenda vera di fine Ottocento, raccontata ora in forma di romanzo da Alberto Giuffrè in “Storia incredibile dell’uomo con tre gambe” (minimum fax). Francesco Lentini vede la luce il 18 maggio 1889 a Rosolini, terra siracusana, quinto figlio di dodici in una famiglia di braccianti. La sua nascita suscita sconcerto e convulsi segni di croce, perché di un castigo di Dio si tratta. La creatura, anzi il ‘mostro’, ha infatti tre gambe, quattro piedi, sedici dita, due genitali. I medici del tempo attribuiscono la deformità al fatto di essere stato unito a un gemello non interamente sviluppato nella gestazione. Ma la spiegazione più accreditata in paese è che, durante la gravidanza, la madre Giovanna si pigghiau ri scantu. Aveva troppo indugiato a guardare un tavolino a tre gambe con un foro in mezzo, trasportato da u mastru carraturi. Il bambino, inizialmente rifiutato dalla famiglia, viene messo in un istituto dove cresce e impara a gestire quel corpo in eccedenza. All’età di otto anni ecco la svolta della sua vita. Un furbo impresario di spettacoli di pupi, convince la famiglia Lentini a trasformare la disgrazia in una opportunità: portare Francesco in America e farlo diventare una star dei freak show, “accansando un sacco di soldi”. Partenza, dunque, per Boston e previsioni di successo azzeccate. In poco tempo Ciccinieddu tri pieri diventa Frank, poi The Great Lentini, una celebrità non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. Si esibisce con il Ringling Brothers circus act, il celebre Barnum & Bailey Circus, fa diciannove stagioni in tour nei Wild West shows di Buffalo Bill, finché non crea una propria compagnia teatrale. Sposa l’attrice Theresa S. Murray, da cui avrà quattro figli. Intelligente e ironico, la sua persona prende a prevalere sul fenomeno da baraccone. Muore all’età di 77 anni, ancora in attività. Il romanzo di Giuffrè inizia da qui, dalla fine. Con opportuna levità, con il piglio del cronista avvezzo a raccontare persone, luoghi, stati d’animo attraverso i fatti, l’autore narra una vicenda che è tante cose insieme. Storia crudele, buffa e tenera di un riscatto, spaccato d’epoca (il Sud d’Italia, il nuovo mondo d’America) a cavallo di due secoli, racconto di una diversità che, con largo anticipo sul lessico moderno, testimonia davvero cosa significhi essere diversamente abili in corpo e spirito. Assumendo la postura, fosse anche un po’ sbilenca, che meglio fa stare dentro la vita. 
 
***
 

Jackson, Tennessee – 21 settembre 1966

Manca poco allo svincolo per Huntersville e Cliff Wilson, con una mano fissa sul volante e l’altra che tiene una Benson & Hed­ges, ringrazia il cielo per almeno due motivi. Primo: il furgone sgangherato che deve portare a Memphis lui e la sua comitiva procede sull’Interstatale 40 nonostante il vento e la pioggia. Secondo: l’autoradio è riuscita a beccare uno dei pochi programmi che non trasmette musica country. Il disc jockey di WPLI snocciola così un brano dopo l’altro della top ten mentre, dentro al furgone, si compila un’altra classifica, quella dello spettacolo della sera prima. Chi è andato bene, chi è andato male, cosa si può migliorare.
Cliff Wilson sa che è tutto un disastro, che il business dei freak show è ormai consegnato al passato. Non sa quanto potrà durare ancora il circo che si porta appresso ma è orgoglioso di avere al suo fianco Frank.
Frank Lentini, settantasette anni, una leggenda del settore, detto «il Re». Questo è il suo ultimo tour, assicura. Esattamente come dieci anni prima aveva assicurato ai suoi colleghi di un’altra compagnia, a bordo di un furgone come questo. Su una strada come questa uguale a tante altre. Esattamente come, sette anni prima, lo aveva promesso a Helen mentre spegneva settanta candeline. Una promessa che aveva dato vita a una piccola tradizione:
«Buon compleanno Frank, oggi sono X anni che non ti sei ritirato. Complimenti».
E lui: «Sai come siamo noi re, non possiamo abdicare così facilmente».
«Sicuro! Ah, com’è che dite voi from Sicily? Va fangul!»
Siete sempre all’ascolto di WPLI Radio a Jackson, Tennessee. La prossima canzone si chiama «96 Tears» ed è di un gruppo del Michigan, Question Mark and the Mysterians. Pensate, in un’intervista il cantante della band ha detto che avrebbe voluto chiamarla «69 Tears» ma aveva paura che le radio non l’avrebbero trasmessa per colpa di quel 69 un po’ birichino. Eh eh... Amico, se sei all’ascolto, sappi che noi di WPLI l’avremmo passata, altroché. È appena arrivata al numero 8 della top ten degli Stati Uniti. Ascoltatela allora e fateci sapere se vi piace.
Cliff Wilson continua con il bilancio della sera prima: «Ragazzi, dobbiamo fare uno sforzo in più per stare al passo coi tempi. Il problema è che ormai nel pubblico ci sono solo questi cazzo di vecchi. Frank, con tutto il rispetto per te, si intende. Frank? Frank?»
Frank, seduto accanto, ha il fiato corto e sta sudando come se fuori fosse ancora piena estate.
«Frank?», insiste Cliff.
Cliff inverte il senso di marcia e porta il furgone sull’altra carreggiata, in direzione di Jackson. Memphis può aspettare, Frank sta male.
Il furgone inchioda davanti all’ingresso del General Hospital, a pochi metri dall’asta con la bandiera americana. Frank, privo di sensi, viene portato dentro dove un medico prova un massaggio cardiaco. Ma Frank è pur sempre il Re, anche se da queste parti l’unico Re che conoscono si chiama Elvis. E un attimo prima di morire, ormai privo di sensi, regala involontariamente ai presenti il suo ultimo spettacolo.
Quando riescono a svestirlo, una terza gamba rimasta incastrata nell’impermeabile cade sulla barella. Come una bistecca cruda che scivola dalle mani di un macellaio e si schianta per terra aderendo con perfezione alla superficie. Dietro al ginocchio della terza gamba, poi, spunta anche una specie di piede. Insomma, sembra una versione rudimentale delle prime esibizioni che faceva da bambino. Quando doveva stare fermo e la gente lo fissava. Questa volta però non finisce come è sempre finita in questi anni, con un giro di applausi. Si sente solo l’urlo di un’infermiera alla vista delle deformità. L’urlo è seguito da un «Cristo santo!» partito da un altro infermiere. «Ma sembra di essere su quel cazzo di Star Trek
Il sipario si chiude alle 11.03, ora esatta del decesso. Quando il medico va a compilare la cartella clinica, l’infermiere decide di regalare a se stesso e alla sua collega uno squallido bis.Solleva i pantaloni di Frank: «No, non ci posso credere... ha anche due cazzi!» L’infermiera si allontana disgustata.
Aveva ragione Cliff, agli spettacoli dei freak ormai vanno solo i vecchi, i giovani non capiscono questa forma di intrattenimento. La conferma arriva il giorno dopo.
L’unico giornale a dare la notizia della morte del Re è il Jackson Sun, il quotidiano locale, con una breve a pagina 18 che inizia così: «Frank Octavius Lentini, di Uleta, in Florida, uomo di spettacolo in forza al Cliff Wilson Shows, è morto nella mattina di mercoledì. Si è spento al General Hospital a causa di un attacco di cuore».

[da Storia incredibile dell’uomo con tre gambe di Alberto Giuffrè, minimum fax, 2024]
 
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Luigi Oliveto

Luigi Oliveto

Giornalista, scrittore, saggista. Inizia giovanissimo l’attività pubblicistica su giornali e riviste scrivendo di letteratura, musica, tradizioni popolari. Filoni di interesse su cui, nel corso degli anni, pubblica numerosi libri tra cui: La grazia del dubbio (1990), La festa difficile (2001), Siena d’autore. Guida letteraria della città e delle sue terre (2004), Giosuè Carducci. Una vita da poeta (2011), Giovanni Pascoli. Il poeta delle cose (2012), Il giornale della domenica. Scritti brevi su libri, vita, passioni e altre inezie (2013), Il racconto del vivere. Luoghi, cose e persone nella Toscana di Carlo Cassola (2017). Cura la ristampa del libro di Luigi Sbaragli Claudio Tolomei. Umanista senese del Cinquecento (2016) ed è co-curatore dei volumi dedicati a Mario Luzi: Mi guarda Siena (2002) Toscana Mater (2004),...

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