Golem. Il sole del quarto giorno

Giuseppe Burschtein

14/08/2010

Sopra c’è il cielo millenario che copre il mondo. Quello blu scuro che avvolge la notte. E quell’anno, quello steso su New York è particolarmente trasparente. Sotto c’è il mondo, quello del 1981. Ronald Reagan è diventato Presidente e l’Unione Sovietica, ancora di là da tutti i muri, per amor di legalità ha appena adottato l’ora legale. Quassù l’aria è ancora fresca per essere ai primi di Aprile, ma il sole primaverile che comincia a far capolino comincia subito a fare il suo dovere. La prima luce del mattino comincia ad accendere tutto ciò che lambisce, fuori che quella decina di palandrane nere che rimangono inesorabilmente nere. Dentro quei vestiti scuri e stazzonati, fra le patacche d’unto dello strato più esterno e lo scialle da preghiera del piano più interno ci sono i corpi e le anime del Rabbino Mendel Mendelssohn e dei suoi pii ed onorevoli colleghi. Convincere Sam, la guardia, ad azionare alle cinque del mattino l’ascensore diretto per la cima dei 110 piani della Torre Sud del World Trade Center era costato cinquanta dollari e un forse un peccatuccio. Ma ne valeva la pena perché quell’oggi di allora era il giorno in cui si recita il “Birkat Hachamah”, e da quell’altezza, di sicuro, avrebbero assistito meglio al miracolo. La tradizione ebraica infatti dice che in quella data precisa, per un complesso e ordinato meccanismo astrale, il sole si trovi nella posizione esatta del giorno della sua creazione. Esattamente come quel quarto giorno raccontato nella Genesi, quando il Signore creò la sera e il giorno, la luna e il sole. Episodio cosmico che si compie ogni 28 anni e che per nessuna ragione al mondo Mendel Mendelssohn i suoi avrebbero voluto perdersi da quella che – per uno cresciuto a Brooklyn – era la cima del mondo e ovviamente il punto più vicino ad una immaginabile dimora divina. Assonnati, zeppati nel pulmino Datsun avevano raggiunto l’area di Wall Street e poi la vetta delle loro aspirazioni. E in fretta, perchè la preghiera ha da essere recitata entro il primo quarto del giorno, dicono le scritture. Con la prima luce dell’alba, puntuali come un ingranaggio perfetto della meccanica celeste, le benedizioni avevano cominciato a scaldare il cuore e la testa e se possibile anche quell’antica palla infuocata che ogni ciclo di 28 equinozi di primavera si riposizionava come Dio l’aveva voluta al suo disegno originario. Il 14 di Nissan del 5769 del calendario ebraico, l’8 aprile di quest’anno del calendario gregoriano, il fenomeno si compirà di nuovo. Secondo natura e secondo il Talmud. Mendel Mendelsshon avrebbe compiuto 111 anni ed è un pezzo di sole benedetto.

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