10 autori per 10 temi. L’identità toscana attraverso l’arte

Siena il 28/04/2022 - Redazione
Nuovo appuntamento con l’iniziativa di Toscanalibri "10 autori per 10 temi – Come una biblioteca dell'identità toscana", finalizzata a ricavare una ‘summa’ dei segni distintivi della ‘toscanità’, così come, nel tempo, è stata plasmata da molteplici fattori. Abbiamo chiesto a dieci autori di attingere ai nostri scaffali per suggerire alcuni libri riconducibili a dieci temi connotanti le peculiarità della Toscana. Oggi tocca a Silvia Roncucci che propone alcuni volumi attraverso cui conoscere e approfondire aspetti di quel ‘carattere’ regionale che è andato formandosi attraverso l’arte.

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Stilare un elenco ragionato dei testi di maggiore importanza, nel panorama toscano, relativi alle tematiche d’arte, non è un compito facile. Soprattutto non è un’impresa che possa prescindere dal fatto di partire, volenti o nolenti, da una prospettiva personale, relativa. Nella scelta ho cercato di orientarmi verso testi che non riguardassero solo la mia città, Siena, ma che permettessero di andare ben oltre con lo sguardo: verso un orizzonte toscano, italiano, talvolta internazionale. Con tali presupposti non posso che partire dal bel volume di Massimo Gregorini e Mariella Zoppi, “Paesaggi d’autore in Toscana”, edito da Aska e accompagnato da pregevoli immagini fotografiche della selezione di 34 opere di artisti internazionali – tra i quali Keith Haring, Jannis Kounellis, Igor Mitoraj, Jean Paul Philippe – che hanno scelto il contesto naturale e urbano toscano per accogliere opere spesso ispirate al sito in cui si trovano, sempre comunque in dialogo con esso. Un fenomeno spiegabile grazie a un attento mecenatismo pubblico e privato cominciato nella seconda metà del Novecento, che c’è da augurarsi possa superare la battuta di arresto avuta negli ultimissimi anni, non solo a causa della pandemia.

Restringendo il focus, segnalo il piccolo ma denso volume su “Le chiese di Montefollonico” a cura di Enrica Neri Lusanna, edito da Olschki, dove il borgo a cavallo tra Valdorcia e Valdichiana si fa emblematico di ogni villaggio della regione. Attraverso lo studio del suo patrimonio artistico (ancora cospicuo, nonostante le spoliazioni), studiosi autorevoli hanno infatti identificato contatti e influenze che si estendono in tutta Italia: si pensi alle opere commissionate dal colto mecenate Monsignor Ambrogio Landucci, vicino a papa Alessandro VII, e agli arredi medievali di alcune chiese che tradiscono richiami all’ambiente umbro, laziale, marchigiano. A ciò si aggiunga il riferimento a luoghi affascinanti come la diruta abbazia benedettina di Santa Maria a Follonica, nota come ‘il conventaccio’, o ai giardini di Villa Marselli.

Aprendosi all’ambito regionale e facendo un salto indietro di secoli, proseguiamo con “La Toscana delle pievi”, a cura di Alessandro Naldi, edito da Pacini Fazzi. Il libro, con una traduzione in inglese e francese che lo rende fruibile anche da un pubblico straniero, ha lo scopo di avvicinare il lettore alle maggiori testimonianze di arte romanica delle chiese che furono un punto di riferimento per i fedeli sparsi in un territorio, detto pievania, edificate tra l’XI e il XIII secolo. Attraversando la regione dall’Arno, all’Appennino, fino alla Maremma incontriamo edifici con caratteristiche diverse a seconda della posizione geografica e del transito di fedeli in zona. Tra gli esempi più notevoli, per quanto riguarda struttura e decorazione plastica, vale la pena menzionare San Giorgio a Brancoli (Lucca), Sant’Ermolao a Calci (Pisa), San Pietro a Romena (Arezzo), Sant’Appiano (prov. Firenze), San Quirico e Giulitta (prov. Siena).

Tutt’altro che provinciale è la collezione Piccolomini-Spannocchi, giunta a Siena attraverso vicende tortuose e già conservata presso la Pinacoteca Nazionale e il Museo civico, ora in mostra al Complesso museale Santa Maria della Scala. Questo esempio eccezionale di collezionismo privato includeva opere di artisti nordici: capolavori dal formato minuscolo e dalla cura lenticolare, grandi quadri di genere, nature morte, ritratti, temi classici o religiosi, alcuni dei quali realizzati da artisti di altissimo livello, come Albrecht Dürer e Albrecht Altdorfer. Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pitteri ne hanno parlato nel volumetto “Una città ideale” a cura di Sillabe.

Infine, per i più piccoli e per quelli che (per fortuna) non cresceranno mai c’è una recente uscita di Betti editrice, “Una pittura maestosa”, dove la brava storica Maura Martellucci e Don Enrico Grassini illustrano con un linguaggio accessibile e immagini accattivanti (divertentissimi anche i ritratti sotto forma di cartoon dei due autori) la storia dell’opera forse più importante dell’arte senese: la Maestà dipinta da Duccio di Boninsegna tra il 1308 e il 1311 per l’altare maggiore del duomo di Siena. Il testo apre dei rapidi squarci anche sulla vita senese nel Medioevo ed è arricchito da divertenti spazi dedicati a varie ‘curiosità’.
 
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