Girolamo de’ Bardi tra Bibliofilia e senso civico. In un libro la storia dello studioso fiorentino

Firenze il 01/06/2017 - di Serena Bedini
Si è tenuta lo scorso 30 maggio presso il Museo di Storia Naturale di Firenze la presentazione del volume di Maria Enrica Vadalà, “Girolamo de' Bardi (1777-1829). Collezionismo librario e educazione popolare a Firenze agli inizi del XIX secolo” (Accademia de’ Bardi di Vernio). Il libro, fresco di stampa e realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, affronta e analizza la figura del bibliofilo Girolamo de’ Bardi, ultimo discendente del ramo Gualterotti della nota famiglia fiorentina, personaggio di spicco della vita della Firenze sette-ottocentesca che, grazie al suo profondo senso civico, fu uno dei primi fautori del passaggio della biblioteca da bene privato a bene pubblico.

Il volume - Si legge nella presentazione al volume di Renato Pasta «Il profilo del Bardi trova il proprio centro nelle vicende delle raccolte librarie, amorevolmente riunite e acquistate a partire dagli inizi dell’Ottocento, spesso in parallelo con il potenziamento e l’aggiornamento della biblioteca del Museo di Fisica (passata da 4000 a 5000 volumi all’altezza del ritorno dei Lorena, nel 1814), ricca di periodici specializzati e di preziosi testi storico-naturalistici e scientifici. Una biblioteca privata, quella di Girolamo, sempre aperta agli amici e selezionati lettori, forte di circa 15000 volumi, folta di opere di scienza, rafforzata dalle non comuni competenze linguistiche del proprietario (francese, ma anche inglese e tedesco), nutrita dai rapporti con autori, librai, editori transalpini nell’età della Restaurazione, in buona misura connessa al funzionamento della Scuola di mutuo insegnamento precocemente avviata nel 1818 dal conte fiorentino, che risulta in contatto con personalità eminenti del movimento per l’istruzione popolare […]» (pagg. XIII-XIV). Un’indagine raffinata e al contempo esaustiva, quella di Maria Enrica Vadalà, che non vuole solo indagare e ricostruire nei minimi dettagli la vita dedicata alla cultura - nel senso più ampio del termine - di Girolamo de’ Bardi, ma anche andare a descrivere e tracciare la storia dei luoghi e della società in cui egli si muoveva, il suo ruolo non secondario nell’ambito della pubblica istruzione e dell’educazione popolare a Firenze nei primi anni del XIX secolo. Nel tratteggiare la figura affascinante di studioso, pedagogo e appassionato bibliofilo del de’ Bardi, non sfugge tuttavia nel volume una nota amara: la collezione faticosamente assembrata nell’arco di un’intera esistenza venne smembrata, gli sforzi tesi alla fruizione sempre più libera e aperta dei beni librari e dell’istruzione stessa furono in larga parte dispersi a partire dalla sua morte a causa di quello che l’autrice non esita a definire «il sostanziale disinteresse per l’eredità ideale e culturale di Girolamo da parte dei suoi delegati, eredi e successori […]» (pag. 366). Un’opera appassionante, scritta con uno stile godibile sia per il cultore, sia per lo studioso, così come per il lettore curioso di apprendere un tassello di storia della nostra Regione.
 
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Serena Bedini

È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.   Vai alla scheda autore >

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