I luoghi del mutamento. Si svela in un libro la storia dell’ex Ospedale del Ceppo di Pistoia

Pistoia il 21/10/2020 - Redazione
Per non disperdere la memoria della storia e delle storie di Pistoia, venerdì 23 ottobre è prevista la presentazione del libro fotografico “I luoghi del mutamento. Ex Ospedale del Ceppo di Pistoia” di Andrea Abati (a cura di Alba Braza, Edizione Gli Ori). L’appuntamento, fortemente voluto dall’associazione culturale “Amici del Ceppo” è a partire dalle ore 17 nel Museo dello Spedale del Ceppo, in piazza Giovanni XXIII 14 a Pistoia. Nel rispetto delle normative anti Covid-19, alla presentazione del volume potrà partecipare un numero massimo di 20 persone. È opportuna la prenotazione, entro le 13 di venerdì 23 ottobre, al numero di Pistoiainforma 800 012146. Saranno presenti Giovanni Petruzzelli, presidente degli Amici del Ceppo, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, il presidente della Società della Salute Pistoiese Anna Maria Ida CelestiDaniele Mannelli dell’Azienda Usl Toscana Centro, Lorenzo Zogheri, presidente della Fondazione Caript, e il fotografo Andrea Abati. Interverrà Stefano Pezzato, responsabile collezione e archivi del Centro Pecci di Prato.
 
Il volume - A conclusione del progetto “Trasformazione e Mutamento”, promosso dalla associazione Amici del Ceppo in collaborazione con Dryphoto, ecco la pubblicazione, che raccoglie le immagini in mostra nelle Sale Affrescate del Palazzo comunale di Pistoia. L’obiettivo dell’associazione, che dal 2009 in convenzione con l’Azienda USL Pistoia si occupa dell’attività della Biblioteca Medica Mario Romagnoli coi suoi volontari, è stato quello di conservare memoria del nosocomio cittadino, che tanto ha inciso sulla vita della comunità pistoiese. “D’uopo il ringraziamento all’Azienda Usl Toscana Centro per la disponibilità, al Comune di Pistoia che si è attivato prontamente col primo cittadino Tomasi, alla Società della Salute Pistoiese per il suo prezioso contributo e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia per aver stanziato i fondi necessari alla realizzazione dell’opera”, fanno sapere i volontari, prodigatisi, come sempre, per solo ed esclusivo senso civico. Un grazie per gli scatti ad Abati, nato a Prato nel 1952, fotografo dagli anni Settanta.
 
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