“Per viaggiare e scrivere non bisogna smettere di sognare”. Intervista allo scrittore Roberto Fagnani

Siena il 15/11/2019 - di Duccio Rossi
“Il Viaggiatore” (Corpo & Mente Libro) è il romanzo di esordio del giovane scrittore senese Roberto Fagnani. Laureato in economia all’Università degli Studi di Siena, Fagnani annovera tra i suoi interessi la ricerca in campo metafisico e lo studio della cultura orientale. Entrambi gli interessi lo hanno condotto in India, dove ha trascorso alcuni mesi del 2014 insegnando inglese e studiando le conseguenze della globalizzazione sul background socioeconomico indiano. Amante dei viaggi non convenzionali e sostenitore delle cause ambientali, nel 2015 ha fondato l’associazione no profit “Exploring Earth”, che si occupa di creare opportunità di tirocinio universitario nei paesi in via di sviluppo. La pratica delle arti marziali tradizionali, sia cinesi che giapponesi, costituisce forse la più grande tra le sue passioni, dalla quale derivano tecniche introspettive come il Qi Gong e la meditazione.
 
Il romanzo - L'indagine sulla morte di due adolescenti nella New York contemporanea intreccia le vite di Cora Hoover, agente dell’NYPD dal passato tormentato, Bufalo Striato, assassino al soldo di un ordine con ramificazioni in ogni parte del mondo, Mabel Foster, donna d’affari alla ricerca di se stessa, e Jin Parker, professore di storia delle due vittime. Quest’ultimo, archeologo ed esperto di arti marziali, in possesso di un dono che trascende i canoni della comune realtà, sarà la chiave di volta nell’intricato percorso che dagli Stati Uniti condurrà i protagonisti in Giappone, dove uno scavo ha portato alla luce gli scheletri di due guerrieri vissuti cinquecento anni prima. Indizi, incontri e coincidenze volute più dal destino che dal caso catapulteranno Jin e Cora fin sulle impervie montagne himalayane, dove li attende un disegno al di là di ogni loro immaginazione, un uragano pronto ad abbattersi sull’intero pianeta, rimasto per secoli celato dietro all’innocuo battito d’ali di mille farfalle.
 
Come nasce l’idea del libro?
“Ho iniziato a scrivere in un periodo della vita durante il quale non riuscivo a capire come sarebbe stato il mio futuro. Così ho deciso di narrare le avventure che avrei desiderato vivere. È iniziato come un gioco, ma presto si è rivelato appassionante. È stato un continuo stimolo: studiare la storia, la metafisica, l’archeologia, la psicologia umana, la filosofia orientale ed il mondo intero insomma; una sete che purtroppo né la scuola né l’università sono mai riuscite ad appagare. Per circa sette anni, ho dedicato alcune ore notturne alla stesura di questa mia prima opera, divenendo pian piano consapevole che era proprio ciò che volevo fare da grande, perché di viaggiare e di sognare non ho mai smesso, né smetterò mai”.
 
Chi è il viaggiatore?
“Tutti noi, nella misura in cui la nostra vita ci appartiene. Mi spiego: che la vita sia un viaggio ormai è noto a tutti. Ma qual è la meta di questo viaggio? Lavorando con i ragazzi ho capito, purtroppo, che i loro obiettivi e i loro sogni sono omologati dalla società in cui viviamo, dalla monotonia della vita quotidiana; sono costretti a conformarsi a modelli tanto banali quanto ridicoli, perdendo ogni capacità di acquisire un’identità propria. Io ho avuto la fortuna di conoscere numerose realtà, di trasferirmi in India e fare esperienza di molteplici verità, sia crude che meravigliose, di vivere emozioni uniche ed incontrare persone eccezionali. Adesso, come scrittore, desidero amalgamare tutto questo sapere, in cui mi sono imbattuto per caso o per destino, trasformandolo in storie avvincenti e al tempo stesso non del tutto inverosimili, affinché attraverso i miei romanzi sia i giovani che gli adulti riescano a trovare nuovi strumenti di “ricerca personale”, piccoli semi in grado di far sbocciare una semplice domanda: questo è davvero l’unico mondo possibile?”
 
Ci sono spunti autobiografici?
“È una domanda che mi pongono tutti gli amici, consapevoli della mia passione per i viaggi. Ma la risposta è no: non sono mai stato in nessuno dei luoghi descritti nel libro anche se, naturalmente, per iniziare, mi sono affidato alle mie maggiori conoscenze, che guarda caso includono proprio i viaggi e, come scoprirete leggendo, le arti marziali!”
 
Come descriveresti, con tre aggettivi, questo romanzo?
“Avventuroso, dinamico, magico”.
 
Avventuroso perché è una storia che si intreccia tra passato e presente, partendo dal viaggio di un monaco italiano del 1500, per poi passare a due omicidi nella New York contemporanea, e ancora in Giappone, sia nel ventunesimo secolo che nel periodo Sengoku, per poi finire sulle impervie montagne himalayane. Dinamico perché i protagonisti ci rappresentano in ogni sfaccettatura, nel bene e nel male, nelle paure e nelle gioie più profonde, crescendo e scoprendosi insieme al lettore, come ho fatto io stesso mentre narravo le loro vicende. Magico perché non c’è il solo percorso spazio temporale nel “Viaggiatore”: si esplorano mondi e dimensioni tutt’altro che comuni, a volte frutto della fantasia, altre, forse, soltanto dimenticate, appartenenti ad un passato dove scienza e magia coesistevano nel vasto reame della conoscenza umana. Ma quali di essi sono fantastici e quali possibili? Che il lettore compia la sua scelta.
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