Sulle tracce di Leonardo da Vinci in sella ad uno scooter. Intervista ad Alessandro Agostinelli

Firenze il 04/09/2020 - di Serena Bedini
Come si fa a conoscere un artista? Si studia sui libri? Si va ad ammirarne le opere in un museo? Indubbiamente, queste sono le prime risposte a venire spontanee e con molta probabilità sono anche quelle più opportune, tuttavia un modo per conoscerlo a fondo e comprenderne la vitalità intellettuale potrebbe essere quello di seguire le sue tracce, sui luoghi che hanno segnato il corso della sua vita. Questo è l’intento alla base del volume “Leonardo su tre ruote” di Alessandro Agostinelli (Exòrma Edizioni) che sarà presentato a Bagno Vignoni, nell'ambito de I colori del libro, domenica 13 settembre alle ore 16  Dieci sono i luoghi visitati dall’autore a cavallo di uno scooter per indagare la vita di Leonardo e apprezzarne il genio sia come pittore sia come progettista, ma anche come uomo dotato di un così alto ingegno da essere in grado di assembrare gli elementi migliori delle invenzioni altrui per dar vita a nuove ed esaltanti idee. E così, cammin facendo, Agostinelli traccia il profilo di una personalità affascinante, irraggiungibile per la sua intelligenza, eppure prossima a noi nel momento in cui seguiamo il suo viaggio, calchiamo lo stesso terreno che lui stesso ha percorso, quello che nel Rinascimento lo vide muoversi dalla Toscana fino in Francia. L’autore incontra personaggi del calibro del poeta Tomaso Kemeny, degli storici Franco Cardini e Pascal Brioist, degli storici dell’arte Cristina Acidini e Pietro Marani, dello scrittore Bernard Vanel, dell’architetto parigino Arthur Biasse e molti altri che forniscono il loro punto di vista, colto e non scontato, per permetterci di conoscere Leonardo come mai prima. Ho posto qualche domanda ad Alessandro Agostinelli.
 
Alessandro, com’è nata l’idea di quest’opera?
Dopo tanti anni passati a organizzare il Festival del Viaggio dove tanti amici e colleghi venivano a raccontare i loro viaggi, avevo voglia di progettare un viaggio che potesse essere per me diverso da tutti gli altri che avevo fatto. Volevo cimentarmi con uno scooter e con un personaggio. Che cosa meglio di uno scooter Piaggio e di Leonardo Da Vinci? Due straordinarietà con cui mettermi sulla strada. Il libro invece è stata un’idea cresciuta dai colloqui con gli amici di Exòrma, Maura e Orfeo.
 
Come si è preparato ad affrontare questo viaggio? Quanto è durato e in cosa è consistito il lavoro di programmazione delle varie tappe del percorso – fisico e intellettuale - che avrebbe svolto?
Prima di tutto c’è stata la parte del reperimento delle risorse e dei mezzi, perché oltre allo scooter (che la Piaggio ha scelto essere un MP3 a tre ruote) avevo bisogno di un camper dove poter dormire e fare le pause per mangiare e riposare durante gli spostamenti. E qui Arca-Trigano ha messo a disposizione un motorhome fantastico, che è stata la nostra casa dove poter trovare un nido durante gli spostamenti. Poi alcune aziende come Toscana Energia, Andare Lontano Viaggiando by Alviero Martini, Pascal e Orzo Bruno hanno dato un bel sostegno economico, come anche alcuni amici, come Giorgio Van Straten, Alessandro Cecchi, Vinicio Capossela, Marcella Croce e altri. Importante è stato l’appoggio morale della Regione Toscana, soprattutto nella figura dell’assessore Stefano Ciuoffo che si è entusiasmato del progetto. A questo punto avevo necessità di studiare il percorso, tenendo insieme la maggior parte delle città visitate e vissute da Leonardo con i personaggi che avrei dovuto incontrare durante il viaggio e che mi avrebbero parlato del genio artistico da vari punti vista. Così, ho cominciato a definire le tappe, partendo dal Museo Piaggio di Pontedera, per poi andare a Vinci dove Leonardo è nato nel 1452, e a Firenze. Poi a Milano, dopo a Viareggio e Genova, a Ventimiglia, e da lì ad Avignone e su su fino a Lione. Poi a Clermont-Ferrand, Bourges, Tours, per arrivare ad Amboise dove Leonardo è morto nel 1519. Il viaggio si è svolto tra fine aprile e i primi di maggio del 2019, per poco più di una settimana, ma con la nostra associazione “Società Italiana dei Viaggiatori” abbiamo lavorato quasi un anno all’organizzazione del viaggio che poi è stato fatto da me che guidavo lo scooter in solitaria e da due troupe che si sono date il cambio. La prima composta da Annina, Alex e Leo; la seconda da Marzia, Chiara e Bernard. Lo sforzo fisico è stato notevole, ma anche psicologicamente portare uno scooter viaggiando almeno 10 ore al giorno seduti in sella mette alla prova.
 
Quali sono le caratteristiche di Leonardo che hanno sempre suscitato in lei ammirazione e come tornano in questo volume?
Fin da piccolo ho creduto Leonardo un genio. Avevo sempre pensato che avesse qualcosa di soprannaturale. Con questo viaggio fisico nello spazio, ma anche intellettuale nel tempo alla scoperta di questo personaggio grandioso ho capito quanta determinazione, dedizione assoluta e forza di volontà ci vogliano per attivare il “genio”, cioè per mettere in moto una fama come quella che ancora adesso vibra al nome di Leonardo Da Vinci.
 
Nel suo volume dialoga con vari personaggi che per motivi diversi offrono il loro punto di vista sul genio rinascimentale: quale tra questi le ha permesso di vedere in una nuova prospettiva la vicenda umana di Leonardo?
Ho incontrato i maggiori esperti di Leonardo e personalità del mondo dell’arte, della politica e della scienza, come Roberta Barsanti, Piero Marani, Cristina Acidini, Dario Nardella, Tomaso Kemeny, Franco Cardini, Dominique Stroobant, Dominique Descotes, Arthur Biasse, Pascal Brioist, Carlo Vecce. Mi ha, come al solito, impressionato per la sua erudizione la storica dell’arte Crisitina Acidini, ma anche la sapienza del professor Marani del Politecnico di Milano. Così come mi hanno aperto un mondo sull’epoca sia Stroobant sia Descotes. Ma i preferiti di questi miei incontri sono stati Brioist che ha saputo collocare in maniera efficacissima Leonardo al centro dei temi ingegneristici, e soprattutto Franco Cardini la cui sintesi del tema sul genio porto ancora in mente.
 
Perché, a suo avviso, Leonardo continua a indurre in chiunque fascino ed entusiasmo, anche a distanza di cinque secoli, e persino negli adolescenti e nei bambini?
Perché Leonardo rassicura e impressiona al tempo stesso. Fa stare tranquilli i ragazzi perché possono dire “non devo dimostrare nulla, non posso essere migliore di Leonardo”. Contestualmente impressiona la sua capacità pittorica e la sua infinita vena creativa. Il mio viaggio è stato anche un viaggio nella fascinazione umanistica.
 
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Serena Bedini

È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.   Vai alla scheda autore >

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