Christina Rossetti, dalle antologie vittoriane a quelle femministe

Luigi Oliveto

18/01/2018

Se della letteratura amate le rarità, non tralasciate di leggere – quando ve ne capitasse l’occasione – le poesie di Christina Rossetti (1830-1894), nata e vissuta in Inghilterra. Sua madre, la francese Frances Polidori era sorella di John William Polidori, medico di Lord Byron; il padre, Gabriele Rossetti, letterato italiano, militante nella Carboneria e fuggito a Londra nel 1821 (numerosi transfughi e rivoluzionari trovarono rifugio nella casa londinese dei Rossetti); il fratello Dante Gabriele fu uno dei pittori fondatori del movimento preraffaellita. Erroneamente ritenuta poetessa per l’infanzia (celebri le filastrocche intitolate “Sing-Song) o autrice sentimentale per antologie tipicamente vittoriane, Christina Rossetti è risultata essere scrittrice più complessa delle apparenze, tanto che, negli anni Settanta del secolo scorso, le sue poesie vennero riscoperte e riproposte dalla cultura femminista. Così come, da quei testi, emergono solide radici letterarie che trovano linfa e innesti in Shakespeare, Tennyson, John Donne. La Rossetti condusse una vita molto appartata, ed anche per questo è stata spesso paragonata alla sua contemporanea Emily Dickinson. Certo è che con Emily condivise un dolente sguardo sulle cose, un rimpianto verso tutto ciò che svanisce, perché “imprudente colsi la mia rosa / troppo presto, e il mio giglio, ahimè, recisi”.
 
 
Figlia di Eva
Stolta io che dormii nel mezzogiorno
e la notte vegliai l’arco del cielo
sotto una luna fredda e sconsolata:
io che imprudente colsi la mia rosa
troppo presto, e il mio giglio, ahimè, recisi.
 
Della mia aiuola non mi son curata
ed ora ha i fiori vizzi e appassiti –
ora piango e mi sento disperata:
dormii nei giorni dell’estate,
e in pieno inverno mi sono destata.
 
Annunciami una nuova primavera,
ti prego, e calda luce da domani –
ogni fiore sfuggito alle mie mani,
senza speranza di riso o di canto,
sola rimango – sola col mio pianto.
 
[da Il mercato dei folletti di Christina Rossetti, a cura di Silvio Raffo, RCS, 2012]  
 
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Luigi Oliveto

Luigi Oliveto

Giornalista e scrittore. Luigi Oliveto ha pubblicato i saggi: La grazia del dubbio (1990), La festa difficile (2001), Il paesaggio senese nelle pagine della letteratura (2002), Siena d'Autore. Guida letteraria della città e delle sue terre (2004). Suoi scritti sono compresi nei volumi collettanei: Musica senza schemi per una società nuova (1977), La poesia italiana negli anni Settanta (1980), Discorsi per il Tricolore (1999). Arricchiti con propri contributi critici, ha curato i libri: InCanti di Siena (1988), Di Siena, del Palio e d’altre storie. Biografia e bibliografia degli scritti di Arrigo Pecchioli (1988), Dina Ferri. Quaderno del nulla (1999), la silloge poetica di Arrigo Pecchioli L’amata mia di pietra (2002), Di Siena la canzone. Canti della tradizione popolare senese (2004). Insieme a Carlo Fini, è curatore del libro di Arrigo...

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