I numeri e i conigli di Fibonacci. Biografia inseguendo un’ombra

Michele Taddei

06/01/2017

Si può scrivere la biografia di un grande del passato senza conoscerne almeno data di nascita o di morte? A primo acchito chiunque risponderà di no, ma Paolo Ciampi ha accettato la sfida e si è cimentato nel restituirci alla memoria la figura di Leonardo Fibonacci, pisano, mercante e matematico ("L'uomo che ci regalò i numeri", Mursia editore). Lo scrittore e giornalista, infatti, ci ha abituati a viaggiare nel tempo e nello spazio in ogni suo lavoro e anche questa volta, ogni pagina, è occasione per salire su un “tappeto volante di libri”, rimandi e citazioni, che se non hanno la precisione del biografo, hanno il graffio dello scrittore che toglie il velo di polvere della storia che si è posato.

E come si procede? In assenza di documenti, si prova ad inseguire un’ombra. “Forse il sogno di un’ombra” confessa Ciampi, da anni incuriosito da quella targa dedicata all’autore del Liber Abaci che dava il nome alla strada sotto casa dove da ragazzo andava a giocare al pallone e che oggi percorre in compagnia della figlia, alle dure prese con i numeri delle Elementari.

Del Filius Bonacci, in effetti, si sa molto poco. Visse al tempo in cui a Pisa, al campo dei Miracoli, si stava costruendo il battistero e la torre poi pendente, mentre in giro un poverello proveniente da Assisi andava predicando Amore e Povertà. Quel poco è, tuttavia, sufficiente per respirare l’aria di un tempo in cui il Mediterraneo (“che cerchia quasi lo mondo tutto”, scriveva Brunetto Latini) era teatro di guerre corsare e crociate ma anche culla di civiltà e trasmetteva conoscenze e saperi da una sponda all’altra.

Partito giovanissimo per raggiungere il padre, Guglielmo, nell’antica Cabilia (oggi Algeria) nella città di Bejaia, Fibonacci qui imparò il mistero dei numeri “arabi”, che in realtà arrivavano dall’India, tracciati dal suo misterioso maestro su una tavoletta coperta da uno strato di sabbia, scoprì lo 0 che da noi non esisteva, il sistema decimale, il valore posizionale dei numeri e alcuni procedimenti aritmetici che si stavano diffondendo nel mondo arabo. Fu lui, una volta rientrato, a farne tesoro e diffonderne le conoscenze acquisite, anche davanti a Federico II, Stupor mundi, che ne rimase senz’altro affascinato.

Di Fibonacci, ad oggi, rimane la memoria nella Promenade a lui dedicata a Bejaia sul lungomare, un lungarno e la statua ospitata nel Camposanto di Pisa, per volontà di Bettino Ricasoli, e quella serie di numeri che servono a spiegare il problema, apparentemente innocuo, dei conigli. “Immaginiamo di chiudere una coppia di conigli in un recinto. Sappiamo che ogni coppia di conigli inizia a generare dal secondo mese di età, che genera una nuova coppia ogni mese e che la coppia non muore mai. Quanti conigli ci saranno nel recinto dopo un anno? La risposta si trova sulla Rete ma il suo autore è tutto nel libro di Paolo Ciampi.
Buona lettura.
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Michele Taddei, giornalista, si occupa di comunicazione pubblica, socio fondatore di Agenziaimpress e Primamedia. Ha pubblicato “Siamo onesti! Bettino Ricasoli. Il barone che volle l’unità d’Italia” (Mauro Pagliai editore, 2010), "Scandalosa Siena" (Edizioni Cantagalli, 2013), "Cuore di Giglio" (De Ferrari editore, 2016), Siena bella addormentata (Primamedia editore, 2018), "Steppa...

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