Il romanzo d’amore. Viaggio nella letteratura sentimentale

Serena Bedini

10/11/2017

Che differenza c’è tra un romanzo d’amore e un romanzo rosa? La letteratura erotica e quella pornografica sono anch’esse da considerarsi “rosa”? Le Cinquanta sfumature di grigio sono davvero la deriva della letteratura mondiale? È possibile considerare il romanzo rosa come un fenomeno di costume che illustra le tendenze della società contemporanea in fatto di sessualità, ruoli femminili e maschili nel gioco delle parti? A tutte queste domande fornisce delle risposte esaustive l’interessantissimo saggio di Vittorio Spinazzola “Il romanzo d’amore” (Edizioni ETS).
 
Uno stile accurato, elegante, scorrevole accompagna il lettore nei meandri della letteratura sentimentale che non è poi così semplice da comprendere come si immagina ma presenta numerose peculiarità e soprattutto annovera al suo interno grandi scrittori e scrittrici, giornaliste e giornalisti che con le loro opere hanno registrato e messo su carta la danza della conquista amorosa, i travagli sentimentali di ogni epoca. Se infatti, da Morante a Moravia, da Bassani a Tamaro, si assiste a diverse declinazioni di storie d’amore in cui spesso il modello della famiglia borghese con le sue regole e i suoi tabù si scontra con i presupposti antropologici e psicanalitici della cultura femminista, dando vita a rapporti di amore/odio tra i protagonisti e conseguenti travagli esistenziali, «l’equilibrio sessuale, che appare inaccessibile a livelli di letteratura alta, viene invece conseguito vittoriosamente nell’ambito di quel genere, anzi sottogenere speciale, che è il romanzo rosa» (p. 10). In esso infatti si instaura quello che Spinazzola non esita a definire “circolo chiuso della femminilità”, ossia l’identità di sesso tra scrittrice, lettrice e protagonista che determina una sorta di “patto di empatia” negli affanni di cuore.
 
Così Liala, Luciana Peverelli, Mura e le altre autrici del rosa si fanno artefici di storie dall’impianto narrativo simile in cui spesso le protagoniste affidano la propria felicità a un uomo-alter ego del proprio padre; storie che divengono ben presto un fenomeno di costume tutto italiano, fino a che il genere si internazionalizza giungendo alle derive non nostrane di Harmony e, successivamente, acquistando una tolleranza nuova verso forme sempre più impudiche sia di letteratura alta sia di livello infimo. In qualunque modo lo si guardi, tuttavia, il romanzo d’amore, a ogni livello o variante, restituisce intatta la “complessità ambigua” del rapporto tra due personaggi non antagonistici ma complementari, spesso di sesso diverso ma non necessariamente. «Nel mondo del dopo Medioevo l’aspirazione a una felicità terrena sotto il segno dell’eros non è semplice sogno: il romanzo allestisce la proiezione fantasiosa della fiducia nella convivenza serena tra i sessi. Beninteso resta aperto il rischio del disinganno, Emma Bovary e Anna Karenina pagheranno cara la loro illusione sentimentale; ma altre creature romanzesche come Pamela e Lady Chatterley giocano le loro carte con maggior successo» (p. 17).
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Serena Bedini

Serena Bedini
È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.

 
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