#Ioraccontobreve 5. I racconti della settimana, selezionati e commentati

Massimiliano Bellavista

27/05/2020

Per la quinta “puntata” di #Ioraccontobreve, il contest delle 100 parole, occorre procedere con ordine. Partiamo da Milano, una Milano alla Gaber più che una Milano da bere, come si legge nell’abilissimo quadro che ci propone Stefano Scanu, che non finiremo mai di ringraziare per il suo sostegno a questa iniziativa che ha riscosso anche più gradimento di quanto ci aspettassimo. In fin dei conti chi ha partecipato non ha vinto niente, al limite speriamo un buon articolo, un po’ di visibilità e di sicuro la nostra stima, ma noi di sicuro abbiamo vinto il sincero piacere di leggervi!
Via Cappuccini n. 3
Volevo farti una sorpresa. Avrei dovuto mettere le Clark per non fare rumore proprio come diceva Gaber in una vecchia canzone, invece rimbombano solo i miei passi in questo quadrilatero fitto di silenzio. Quando mi hai detto: “alle sei davanti a Villa Invernizzi, quello dei formaggini”, ho annuito fingendo di conoscerlo per non deluderti. Poi il silenzio è cresciuto con la sera e mi spiace non ci fossi, perché avrei voluto ringraziarti. Ormai sono qui da ore, a spiare solo e sedotto dei fenicotteri rosa dietro il cancello del palazzo. Non ricordo neanche più che ci sono venuto a fare.
 
Viviamo tempi di difficile interpretazione. E di frasi fritte, fritte, fritte come direbbe Benigni. Soprattutto sui media. “Siamo come in guerra; siamo come nel ’29; siamo come nel dopoguerra” ...uffa!!! Erik Scortecci, studente liceale del secondo anno, ci dice che ha deciso di scrivere questo racconto rifacendosi per l’appunto alla frase che oggi sentiamo spesso: siamo come in guerra. “Allora”, dice, “ho pensato di intrecciare il desiderio del ritorno alla normalità e alla quotidianità con la storia di un uomo, sconosciuto, ma di cui è intuibile lo stato d’animo. Ho cercato di raccontare una situazione tipica vissuta dai soldati che tornarono dal fronte, e che oggi in qualche modo stiamo vivendo di nuovo, aspettando di ritornare alla normalità”.
Ritorno alla normalità
Il cielo era di un grigio piombo e i tuoni annunciavano un temporale. Le sue lacrime si confondevano alla pioggerellina che iniziava a scendere. Stremato per il lungo viaggio, si ristorò nei pressi di un boschetto. Rimase lì, a contemplare dopo tanto tempo quei colli della sua Toscana. Era autunno, i campi arati sembravano mostrare le loro cicatrici. Intanto ripensava alla loro fioritura: agli steli di grano, che ad ogni soffio di vento, iniziavano a danzare. Ricordavano le increspature di un mare agitato. Presto, al di là di quel mare, Piero avrebbe incontrato la salvezza, e la sua angosciosa attesa sarebbe finita.
 
E quindi via con Stefano Vallini, nato a Siena 40 anni esatti dopo Dizzy Gillespie. Lasciamo a voi stabilire quando... Ha pubblicato per Betti Editore “Quante storie per un menu!”,Racconti di cucina toscana” e “Il vento frusciava”, il racconto “Asfalto” ha trovato posto sul portale di Toscanalibri.it. E siccome Dizzy Gillespie Stardust diceva Besides the garden wall, when stars are bright/You are in my arms il suo racconto non poteva che parlare di stelle …e di cose ahimè ben più terrene.
…A riveder le stelle
Roman l’avevo visto davanti al supermarket, raramente davanti alla chiesa. Tendeva la mano e basta. Io vi appoggiavo solo sguardi colpevoli e facili da dimenticare. Non credo che abbia mai lavorato, ma è sempre vivo. Non posso dire lo stesso dei miei ex-colleghi. Lo saluto quando si affaccia dalla sua baracca dall’altro lato della strada. Le auto ci dividono con i loro fumi di polveri sottili e ossido di azoto, che a respirarle fanno lo stesso effetto della vita. Il ponte che abbiamo sopra la testa ci protegge dalla pioggia. La notte, per vedere le stelle è sufficiente spostarsi nella scarpata di fianco.
 
Terminiamo con un tema che avevamo già approfondito nella puntata numero 3, quello dei negozi e dei mercati in questo periodo.  Ce ne parla Susanna Daniele, giornalista e scrittrice, che è nata e vive a Pistoia. Ha pubblicato con vari editori testi teatrali, e racconti gialli e noir. Il suo ultimo volume è “Serra si racconta”, la raccolta di un secolo di memorie degli anziani abitanti di un paese della montagna pistoiese.
I colori della vita
È uno dei due negozi rimasti aperti in una piazza che da secoli è centro di scambi commerciali e di vita cittadina. Il verde scuro di cavoli e broccoli, le gradazioni del rosso di peperoni, pomodori, radicchio e melanzane, il bianco di finocchi, porri e cavolfiori. C'è la bandiera italiana su quelle mensole di pietra vecchie di sette secoli, e molto altro. C'è cibo per il corpo, ma anche un sorriso per l'anima che trapela dagli occhi della venditrice, c'è una parola scambiata in un momento in cui la solitudine ha il sapore acre di una cattiva medicina.
 
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Massimiliano Bellavista

Massimiliano Bellavista
Massimiliano Bellavista è consulente di direzione, blogger (www.thenakedpitcher.com) e docente di Management strategico presso l’Università di Siena. Vincitore di premi letterari, suoi racconti e poesie sono pubblicati su riviste e antologie. Scrive una rubrica fissa per la rivista stroncature.com. Tiene regolarmente seminari di scrittura e in merito alla valorizzazione ed alla comprensione del libro antico come bene letterario e culturale. A Siena anima la scuola di scrittura Recensio. Riguardo alle sue opere di narrativa, poesia e management, pubblicate in italiano ed in inglese, tra le più recenti ricordiamo: Le reti d’impresa (Franco Angeli, 2012); Anatomia dell’invisibile (Tabula Fati, 2017); L’ombra del Caso (Il Seme Bianco 2018) e The Naked Pitcher (Licosia 2018); Dolceamaro (Castelvecchi 2019); Marketing e management degli impianti sportivi (Azzurra 2019); Vertical Farming (Licosia 2019)
 
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