La scrittura poetica di Mario Luzi da “La barca” a “Biografia a Ebe”

Serena Bedini

27/10/2017

Leggere pagine di critica letteraria non è semplice. Scansata dai non addetti ai lavori, è spesso un genere precluso ai più. Eppure il volume “Sulla prima scrittura poetica di Mario Luzi. Dalla Barca a Ebe” (Franco Cesati Editore) rappresenta in quest’ambito un’eccezione, vista la capacità dell’autrice, Noemi Corcione, di mantenere uno stile fluido ed elegante, piacevole e chiaro. Così nel corso della lettura è quasi “facile”, nonostante la complessità e la profondità della materia trattata, arrivare a conoscere le tematiche fondamentali che vengono affrontate nella prima opera luziana e apprezzarne la raffinatezza formale, sotto la guida sapiente dell’autrice. In questo studio infatti si affronta la produzione poetica di Luzi, dagli esordi, quando giovanissimo aderì all’Ermetismo, alla Biografia a Ebe.

Questi inizi, così ricchi di istanze, sono basilari per comprendere molti dei motivi esistenziali che caratterizzeranno le composizioni di Luzi successivamente, contenendo già in nuce quei temi cari all’autore toscano. Vi è nella prima raccolta, La barca, la ricerca profondamente sentita della verità che consenta la comprensione della sfuggente realtà in cui ci muoviamo, così da giungere alla piena consapevolezza della vita. «Lo specifico ineliminabile di questa prima scrittura luziana si manifesta allora come l’immagine di un’esistenza continuamente immersa in un flusso vitale che, pur tramite di conoscenza e stupore, non sempre elimina il sospetto sulla effettiva possibilità di realizzazione di quel desiderio di tutto voler comprendere per poter nuovamente rinascere» (p. 16).

Un’altra sezione fondamentale di questo volume è poi quella relativa alla Biografia a Ebe, ossia un’opera che prende le mosse dall’acquisita consapevolezza della propria identità ermetica, avvenuta tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Il volume, una narrazione poetica, è composto da tre capitoli - Stasi, Estasi, Una lettera dieci anni dopo - e, come spiega Noemi Corcione, in un continuum lirico «Luzi propone una riflessione sulla natura dell’essenza poetica e sull’immagine di un intellettuale che si fa carico della propria coscienza, specchio fecondo di un pensiero che riassume in sé una cultura raffinata a cavallo tra l’Italia e l’Europa» (p. 62).

Fa seguito a questa parte, un capitolo relativo ai rapporti tra Dante e Mario Luzi, oltre che tra l’opera dantesca e l’ermetismo stesso, un rapporto vivido e manifesto, visto che più volte Luzi affronta le tematiche e gli stilemi danteschi e li richiama nella sua prima produzione. Chiude il saggio un capitolo insolito e originale, relativo all’aspetto fisico di Luzi, un modo non comune per dare conclusione a un’opera sicuramente ben condotta e di notevole spessore critico.
 
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Serena Bedini

Serena Bedini
È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.

 
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