La vicenda del simbolismo teatrale francese, nei pochi anni durante i quali è ragionevole parlarne in senso stretto, vede il suo sviluppo più attraverso teorie, interventi ed anche recensioni, che nella successione degli spettacoli apertasi al Théâtre d’Art (inizialmente Théâtre Mixte) e proseguita al Théâtre del’Œuvre.
Limitandosi cronologicamente alla conclusione dell’esperienza del Théâtre d’Art. il saggio vuole concentrare l’attenzione più su come si manifesta, a partire dalla metà degli anni Ottanta, l’idea di teatro che attrae intorno a sé gli esponenti del movimento – movimento quant’altri mai eterogeneo –, sia negli interventi teorici, sia nelle considerazioni sui singoli spettacoli nati sotto la sua insegna.
Il tempio del sogno, l’espressione che dà il titolo a questo volume, potrebbe essere la sintesi più adeguata del pensiero dei simbolisti intorno al teatro.
È un tempio senza dubbio incompiuto, cospicuo più per gli spazi aperti a ciò che avrebbe dovuto ospitare che per i ruderi delle sue strutture portanti, ma per questo stesso fatto non in rovina: un edificio a venire, invece, di cui sono rimaste visibili solo le fondamenta, o forse, meglio, solo le fosse scavate per accoglierle, ripulendo il terreno dai vecchi detriti.
12,00 €
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La vicenda del simbolismo teatrale francese, nei pochi anni durante i quali è ragionevole parlarne in senso stretto, vede il suo sviluppo più attraverso teorie, interventi ed anche recensioni, che nella successione degli spettacoli apertasi al Théâtre d’Art (inizialmente Théâtre Mixte) e proseguita al Théâtre del’Œuvre.
Limitandosi cronologicamente alla conclusione dell’esperienza del Théâtre d’Art. il saggio vuole concentrare l’attenzione più su come si manifesta, a partire dalla metà degli anni Ottanta, l’idea di teatro che attrae intorno a sé gli esponenti del movimento – movimento quant’altri mai eterogeneo –, sia negli interventi teorici, sia nelle considerazioni sui singoli spettacoli nati sotto la sua insegna.
Il tempio del sogno, l’espressione che dà il titolo a questo volume, potrebbe essere la sintesi più adeguata del pensiero dei simbolisti intorno al teatro.
È un tempio senza dubbio incompiuto, cospicuo più per gli spazi aperti a ciò che avrebbe dovuto ospitare che per i ruderi delle sue strutture portanti, ma per questo stesso fatto non in rovina: un edificio a venire, invece, di cui sono rimaste visibili solo le fondamenta, o forse, meglio, solo le fosse scavate per accoglierle, ripulendo il terreno dai vecchi detriti.
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