Franco Vigni

Oltre la porta. San Gimignano e il cinema

€ 20,00

Casa Editrice: Aska Edizioni

Anno: 2008

N. Pagine: 200

Formato: 17x24

Il volume è dedicato all’immagine, o, piuttosto, alle immagini di San Gimignano proposte dai diversi registi (ventisette) che nella turrita cittadina hanno piazzato la loro macchina da presa. Di quella fascinosa avventura dell’immaginario che il cinema, nella sua essenza di fantastica macchina dei sogni, incessantemente produce e implica, gli scenari sangimignanesi sono potenti suscitatori, sovente evocatori di fantasiosi viaggi nel passato, di itinerari in mondi comunque differenti. In uno dei suoi racconti, The door in the wall, H.G. Wells narra di un luogo meraviglioso, talmente bello da apparire quasi fatato, in cui un uomo, un giorno, ha la ventura di ritrovarsi dopo aver varcato una porta che, socchiusa, quasi misteriosamente si apre in un muro vicino al quale egli si trova a passare. È un luogo incantato, di cui non avrebbe mai sospettato l’esistenza. San Gimignano, nelle numerose occasioni in cui essa ha trovato una schermica, nonché letteraria, rappresentazione, è simile a quel luogo immaginato da Wells, autentica e al contempo evanescente, inafferrabile eppur tangibile, a cui si accede attraverso una porta che è tanto reale quanto fantastica, palpabile e illusoria, che si evidenzia nella sua materialità o che è frutto di una fervida immaginazione o di una peculiare sensibilità. Non pochi sono gli autori cinematografici che, unendosi a una moltitudine di altri artisti, intellettuali e illustri viandanti – i quali hanno nel tempo percorso i luoghi toscani, tappe fondamentali e imprescindibili del Grand Tour dell’Europa e dell’italica penisola da molti intrapreso nel corso di oltre due secoli, posandovi il loro sguardo e traducendo in narrativi, prosastici o poetici componimenti percezioni e flussi di pensieri – hanno avuto e continuano ad avere un’attrazione, il desiderio di raggiungere quella wellsiana porta, di aprirla, di entrare, e affacciarsi su quel giardino incantato, quel "mondo fatto di un’essenza diversa" che con San Gimignano, città aperta all’utopia della memoria, sovente si identifica. Uomini forse in possesso, citando le parole dello scrittore britannico, "di una facoltà fuori dal normale, e un senso, qualcosa […] che sotto la veste di un muro e di porta gli offrisse una via d’uscita, una sorta di passaggio segreto per evadere in un altro mondo assolutamente più bello". O uomini, forse, solamente "portati alla visione, all’immaginazione", in grado di plasmare la fantasia e creare mondi che esistono solo all’interno del proprio animo, della propria diversa sensibilità, del proprio e differente modo di vedere i paesaggi e le cose.

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