10 autori per 10 temi. L’identità toscana attraverso l’ambiente

Cortona il 09/02/2023 - Redazione
Nuovo appuntamento con l’iniziativa di Toscanalibri "10 autori per 10 temi – Come una biblioteca dell'identità toscana", finalizzata a ricavare una ‘summa’ dei segni distintivi della ‘toscanità’, così come, nel tempo, è stata plasmata da molteplici fattori. Abbiamo chiesto a dieci autori di attingere ai nostri scaffali per suggerire alcuni libri riconducibili a dieci temi connotanti le peculiarità della Toscana. Tito Barbini propone oggi alcuni volumi attraverso cui conoscere e approfondire aspetti di quel ‘carattere’ regionale che è andato formandosi attraverso l’ambiente

Innanzi tutto “I racconti dell’acqua” (Aska Edizioni), storie toscane di fiumi e torrenti.
Sono come il tempo, i fiumi: scorrono e si tuffano in un’acqua più grande. E anche come le parole che si riversano nelle storie e così ci raccontano ciò che è stato per puntare ancora avanti. Per questo raccontare i fiumi, raccontare le loro storie, è un buon modo per saperne di più di noi stessi e dei luoghi che abitiamo. Ci prova questo libro, opera di diversi scrittori ognuno dei quali alle prese con un corso d’acqua e con le parole che ne raccontano una storia. Pochi sono i fiumi importanti, conosciuti: a parte l’Arno, il più toscano di tutti i fiumi. Quasi tutti, in effetti, sono modesti torrenti che riesce difficile persino collocare su una carta geografica. Per questo ancora più affascinanti: con la loro acqua e le loro storie aiutano a disegnare una mappa alternativa della Toscana, sospesa tra storia e fantasia, tutta da scoprire: con i versi di Dante o Dino Campana così come con sorprendenti itinerari a piedi.
 
Un libro importante è poi “L’ambasciatore delle foreste” (Arkadia) di Paolo Ciampi, che parla di cambiamenti climatici, alberi e foreste da salvare.
Poco importa che si tratti di catastrofi che riguardano tutti, ogni volta che sente parlare di ambiente l'autore comincia a sbadigliare, preso dalla noia. A molti succede così. Un giorno un collega gli regala un libro che parla di tale George Perkins Marsh, primo ambasciatore in Italia degli Stati Uniti, nominato da Abramo Lincoln. Fa le fotocopie, le mette via, solo dieci anni più tardi capisce di chi si tratta: è l'uomo che, nel secolo del progresso e dell'industria, prima ancora che esista la stessa parola ecologia, capisce cosa sta succedendo al mondo. Il primo che parla di cambiamenti climatici e di foreste da salvare. Ne nasce un viaggio dalle foreste del New England alle foreste del nostro Appennino, passando per i deserti dell'Africa. Ma soprattutto comincia un viaggio intorno a una persona dimenticata - pensare che dall'altro lato dell'Atlantico Marsh è considerato il padre di parchi come Yellowstone - che ci regala un nuovo sguardo sugli alberi, sulle montagne, sulla stessa nostra civiltà. Non c'è più noia, con questo personaggio stravagante, che frequenta a malincuore la corte dei Savoia, ma si appassiona alle saghe di Islanda e coltiva l'idea di portare i cammelli nelle praterie degli Stati Uniti. E chi è che parla, alla fine? L'autore o l'ambasciatore delle foreste?
 
Un altro libro consigliato è “Nel giardino di Boboli” (Maschietto Editore) di Marco Vichi che prende per mano le bambine e i bambini che leggeranno questo libro per condurli in un viaggio meraviglioso all’interno del Giardino di Boboli a Firenze.
La prima parte del libro è una vera e propria guida e descrive un percorso tra gli alberi, le statue, i nascondigli di uno dei più famosi giardini del mondo. Qui l’autore va alla ricerca di uno sguardo curioso e ‘bambino’, esplorando il Giardino in modi non convenzionali, lontani dalle modalità comunemente suggerite dalle guide turistiche. Il testo fornisce informazioni storiche, artistiche, botaniche, ma anche aneddoti gustosi sulla vita del giardino e nel giardino attraverso i secoli, portando i bambini e le bambine a compiere appassionanti e divertenti scoperte. Le fotografie di Iari Marcelli arricchiscono questa parte del volume. Segue il racconto fantastico La notte delle statue, sempre di Marco Vichi, con illustrazioni di Francesco Chiacchio, ambientato nel giardino di Boboli. Grazie a questa fantasmagoria, che ha per protagonista il bambino Gigo, i giovani lettori possono rivivere i luoghi descritti nella prima parte, guardandoli questa volta attraverso le magiche lenti della fantasia e compiendo un volo sulle ali del mitico cavallo Pegaso.
 
Ancora, il volume di Enzo Brogi e Oliviero BucciantiA sinistra il Pratomagno” (Aska Edizioni), non una guida e neppure un diario di viaggio o forse ambedue le cose assieme.
Certo nelle pagine troverete il paesaggio e le genti di una terra speciale. Racconti e visioni. Polle che sgorgano a diventar torrenti, rupi, radure e forre, calanchi e filari di vigne ed olivi. Il cammino della Setteponti con la sua lentezza e la tua fatica ti terrà compagnia. Annusare l’aria, il mutare del tempo, la terra e l’acqua sotto i piedi... e magari anche un po’ sopra. Il piacere del corpo in movimento e delle persone attorno a noi. Il cammino con la sua valenza filosofica e contemplativa, col suo evocare il perseguimento di un orizzonte, il compimento di una missione. Il cammino per umanizzarci, conoscersi. Ogni passo o sentiero è occasione reciproca di consapevolezza. Incontrerete le magnificenze della boscaglia, come l’esplodere dei frutti e l’incanto delle pievi, l’armonia delle chiesette rupestri o dei tabernacoli ai bivi delle strade. Vi accorgerete d’essere in un luogo senza coordinate definibili, ma caratterizzato da una coltura secolare, che difficilmente potrebbe trovarsi in altri luoghi. Per qualche giorno occorrerà tenere ciò che accade altrove, lontano da noi. Anche per i non credenti il rapporto con la natura e con le cose dello spirito si farà conoscenza e incontro, oltre che a livello sociale e di comunità, anche sul piano mistico.
 
Infine “Antartide” (Polistampa) di Tito Barbini, perdersi e ritrovarsi alla fine del mondo.
“Ormai è chiaro, sono caduto vittima dell’incantesimo del continente ai confini del mondo. Solo qui ho avuto la sensazione di perdermi completamente in un paesaggio dell’anima dove visione e sentimento non litigano tra loro. Davanti a me sfilano ancora le trasparenze delle acque, le ombre azzurre e inquietanti degli iceberg, le surreali forme della solitudine bianca, gli spettacoli di colori e luci che qualche imperscrutabile architetto della natura ha allestito per il nostro godimento… Ho sempre pensato che il paesaggio sia un fatto interiore, una dimensione dello spirito, spesso legata all’infanzia, magari segnata dall’apparenza di un ricordo. Sono convinto che questa sia la ragione per cui, tante volte, da adulti, un’inevitabile delusione aspetta chi prova a ritrovare nel paesaggio reale i suoi ricordi del passato. In Antartide la natura si riappropria completamente del suo tempo e lo lascia scorrere a modo suo: lentamente ma incessantemente, segnato solo dal variare delle forme che compongono e ricompongono i paesaggi. Presto dovrò arrendermi di nuovo a questo mondo quale lo abbiamo voluto, in fondo, anche tutti noi. Però l’Antartide, lo so, continuerà ad abitarmi dentro”.

 
Torna Indietro

NEWS

Libri

x

Continuando la navigazione o chiudendo questa finestra, accetti l'utilizzo dei cookies.

Questo sito o gli strumenti terzi qui utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetto Cookie Policy
X
x