“Chiude a Siena un baluardo in difesa della libertà di pensiero e della cultura. Ho fatto del mio meglio, ci ho provato in tutti i modi, ma a non era più possibile andare avanti. Per me si tratta di una sconfitta personale, ma forse questo vuoto lo percepirà anche la città”. Questo il commento a caldo di Massimo Marinotti, titolare della libreria Palomar di Siena, in via Rinaldini, che ha chiuso i battenti dopo 4 anni di attività. L’inaugurazione si era tenuta il 9 settembre 2017 in pompa magna, come giusto che sia quando, coraggiosamente, apre una nuova attività. La chiusura è avvenuta invece in sordina, “non per vergogna - dice Marinotti - bensì perché mi sembrava superfluo dire qualcosa; non volevo apparire superbo nel condividere il dolore di un fallimento che non è tanto economico quanto specialmente umano”.
Nessun cartello è stato apposto, nei giorni precedenti, e non è stato fatto un annuncio ufficiale per comunicare la sofferta chiusura. La notizia è trapelata attraverso Facebook e tante sono state le attestazioni di solidarietà “che indubbiamente fanno piacere e consolano - continua Marinotti -, ma non sono abbastanza. Penso occorra una riflessione seria su cosa significhi investire nella cultura per migliorare il proprio futuro”. Nel 2018 avevamo sentito Massimo Marinotti per la rubrica Amico Libraio e già all’epoca aveva espresso tutte le difficoltà proprie di chi fa questo mestiere, naturalmente acuite dopo due anni di pandemia “senza aiuti da parte dello stato, con gli studenti dell’Università in DAD, con il valore di acquisti di libri su Amazon passato dal 19% al 57%”. Il suo sogno era di organizzare nella sua libreria di Siena un festival all’interno del quale il libro diventasse spettacolo e non solo protagonista. Ora purtroppo non è più nemmeno una comparsa. Ci vorrà del tempo prima che la ferita possa rimarginarsi. Siena ha perso un pezzo importante delle attività cittadine e chissà che questa esperienza possa insegnare qualcosa.