Dalla mostra al libro. "David Lazzaretti il messia dell'Amiata" alla Biblioteca delle Oblate

Firenze il 14/02/2018 - Redazione
Una delle figure più controverse e affascinanti della storia contemporanea di Arcidosso raccontata attraverso i cimeli e i documenti raccolti nel corso dell’ultimo secolo da studiosi, appassionati e fedeli. “David Lazzaretti. Il Messia dell’Amiata” è il libro che racconta la realizzazione della mostra omonima: i due curatori del testo, Anna Scattigno e Carlo Goretti, incontreranno i lettori nella Sala delle Conferenze della Biblioteca delle Oblate giovedì 15 febbraio alle 16.00. L’iniziativa vedrà come ospiti lo storico Giovanni Contini, l’antropologo Antonio Fanelli, la soprintendente archivistica per la Toscana Diana Toccafondi e l’editore Mario Papalini. Anche il cantautore e attore Simone Cristicchi interverrà durante la presentazione. La serata verrà preceduta dai saluti del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana e del Sindaco di Arcidosso.
 
Il libro - La mostra del Comune di Arcidosso, Assessorato alla Cultura e del Centro Studi David Lazzaretti, allestita al Castello Aldobrandesco e intitolata a David Lazzaretti il Messia dell’Amiata. Cimeli e documenti (31 luglio 2017 – 31 agosto 2018), è parte di un progetto condiviso con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari – Museo delle Civiltà di Roma, dove la mostra, realizzata per la cura di Leandro Ventura e Marisa Iori con la collaborazione scientifica di Francesco Pitocco e allestita da Giuliana Barilà, fu inaugurata con il titolo originario David Lazzaretti il Messia dell’Amiata. Cimeli lazzarettisti al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (Sala Dossier, 16 febbraio – 21 maggio 2017). Gli oggetti e i documenti esposti provengono dalle collezioni e dai fondi del Centro Studi David Lazzaretti di Arcidosso, del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, dell’Archivio di Stato di Grosseto. Nella continuità dei due eventi, l’allestimento al Castello Aldobrandesco di Arcidosso ha un suo carattere peculiare che conviene sottolineare, perché conferisce alla mostra un valore aggiunto. I cimeli e le carte custodite nelle bacheche e nelle vetrine tracciano infatti un percorso che non si svolge in un contenitore neutro ma in uno spazio già allestito e denso di suggestioni, che “contiene” la mostra e ne arricchisce il contenuto con i propri arredi. Le sale del Castello Aldobrandesco dedicate all’esposizione appartengono infatti alla Sezione museale del Centro Studi David Lazzaretti, frutto di un pluriennale lavoro di raccolta, di conservazione e di studio dello straordinario patrimonio di scritture, di testimonianze iconografiche e materiali prodotte da David Lazzaretti e dai suoi seguaci.
 
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