Il potere del virus. Daniele Magrini indaga le conseguenze della pandemia in Italia

Arcidosso il 30/03/2021 - Redazione
Nonostante un Piano Pandemico fermo al 2006, l’Italia nel febbraio 2020 dichiarava il livello più alto di preparazione contro l’epidemia da Covid-19. Questo tassello fa parte di un mosaico ben più ampio di incongruenze, inefficienze e omissioni, che hanno consentito all’epidemia una incontrastata diffusione. Dall’analisi degli antefatti, determinanti per le tragiche conseguenze della pandemia, parte “Il potere del virus” (Edizioni Effigi) il libro del giornalista Daniele Magrini, disponibile a partire da oggi. Dopo un anno di dominio feroce, milioni di morti e l’economia devastata, il Covid-19 ha trovato nei vaccini la prima reale opposizione, ma subito sono emersi gli errori dell’Europa e i ritardi dell’Italia, penalizzata dallo smantellamento del polo produttivo vaccinale. Sul tentativo di correre ai ripari, sui conflitti innescati dall’epidemia e sulla nuova mappa del potere rivoluzionata dalla pandemia, indaga il volume, suddiviso in quattro parti: la Resa, la Speranza, i Conflitti, il Racconto Mediatico.

Come ha fatto proprio il Paese dove tutto è cominciato, la Cina, ad acquisire una nuova supremazia globale? Quanto hanno pesato le evidenti contraddizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? Ma anche quelle della Global Health Security Agenda, l'agenzia internazionale per la prevenzione delle epidemie, nata nel 2014 e subito presieduta per sei anni dall'Italia. Con scarsi risultati E perché in un mondo così tecnologicamente avanzato non è scattato l’allarme digitale? Nel libro si offrono spunti per capire come la pandemia sia dilagata approfittando di colpevoli inefficienze diffuse e impegni internazionali disattesi, mentre emergono le nuove guerre fredde basate sui vaccini. Cina e Russia in particolare sono protagoniste di un vero e proprio colonialismo sanitario: portando vaccini nei Paesi che ne sono privi, acquisiscono egemonia geopolitica. L’Europa, in tutto questo, pur centrando l’obiettivo della committenza unica, ha sbagliato troppo ed è apparsa in posizione di eccessiva sudditanza nei confronti dei colossi produttori di vaccini.

L’Italia soffre particolarmente questa condizione, perché da decenni ha smantellato un settore dove esprimeva invece eccellenza e know-how. Nel libro si riportano gli allarmi che pure erano stati lanciati di fronte allo smantellamento del polo produttivo dei vaccini. Ma rimasero inascoltati. E ora la dipendenza vaccinale è problema di sicurezza nazionale. Il libro di Daniele Magrini analizza i tratti peculiari del naufragio italiano - attenuato solo dall’eroismo di medici, infermieri, operatori sanitari - di fronte al Covid-19: la strage della generazione che aveva ricostruito il Paese nel dopoguerra; il primo lockdown generalizzato e non localizzato come aveva invece indicato il Comitato Tecnico Scientifico; i verbali secretati e le catastrofiche previsioni matematiche; la guerra tra Governo e Regioni nonostante la Costituzione attribuisca allo Stato il contrasto alle epidemie; la scuola nel caos; banche e burocrazia a frenare gli aiuti economici; gli algoritmi opachi a indirizzare i livelli territoriali di rischio; i nuovi conflitti tra garantiti e non garantiti; le nuove povertà e le nuove disuguaglianze.

In questo quadro il racconto mediatico, così come analizzato nel volume di Daniele Magrini, ha finito per essere caratterizzato soprattutto dalle sfide televisive tra virologi ed epidemiologi. Gli esperti, salvo illuminate eccezioni, hanno occupato i posti dei politici nei talk show ma con la stessa inconsistente carica divisiva, poco attinente ad una lettura scientifica della tragedia in atto. Ne è scaturita una sorta di macchina mediatica del panico. Molto più incisive sono state tante inchieste giornalistiche in tv e sulla stampa. Anche sui social, tante pagine di approfondimento, talvolta organizzate anche da esperti internazionali, hanno contribuito ad arginare l’infodemia dilagante. Nelle conclusioni il libro affronta il rischio della paura permanente, ma anche la possibile convivenza con il virus, grazie ai vaccini, e il ritorno ad una vita diversa da prima, ma vissuta secondo il libero arbitrio.
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