“La simbologia delle piante”, storie e segreti del mondo vegetale nel dizionario Lapucci-Antoni

Firenze il 29/12/2016 - Redazione
Il glicine, che si arrampica e si avvolge a qualunque sostegno gli sia vicino, è sempre stato simbolo di amicizia. Ma anche di forza segreta, perché i suoi tralci possono arrivare a soffocare grosse piante e piegare le inferriate. Il cipresso, col cui legno per secoli si sono costruite le bare, può indicare l’oltretomba e il lutto. Il biancospino ricorda invece la speranza, poiché fiorisce quando fa ancora freddo. Ma a seconda dei tempi e delle latitudini, delle epoche e delle diverse culture, una pianta può assumere significati anche molto diversi. Per questo i coniugi Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni hanno compilato negli anni un dizionario illustrato di oltre 400 pagine intitolato “La simbologia delle piante” (Sarnus) che racconta i segreti di 365 specie vegetali più o meno note, dalla A di abete fino alla Z di zucca.
 
Il volume - L’uomo antico pensava che le piante fossero abitate da un’anima, con la sua personalità e il suo carattere, come lo erano i boschi, le fonti, i fiumi, le montagne e gli abissi. Anche la parte centrale di un fusto, come quella interna d’un nocciolo legnoso, si chiama comunemente “anima”. Anello tra la vita minerale e quella animale, tra la materia e lo spirito, tra la terra e il cielo, il regno vegetale sembra racchiudere in sé il mistero della vita, e per questo ad alberi, piante, fiori e frutti sono stati attribuiti nei secoli diversi significati. Carlo Lapucci, esperto di linguistica e tradizioni popolari, ha condotto lunghi studi assieme alla moglie botanica Anna Maria Antoni, scomparsa prima della pubblicazione del libro, per ricondurre a ogni singola specie gli aspetti culturali ad essa associati. Si parte dalla descrizione più scientifica, compresi colori, profumi e periodi di crescita o maturazione, per arrivare agli usi tradizionali e moderni, ai significati più o meno manifesti, alle storie e alle leggende su cui si fonda la costruzione culturale di tipo simbolico, metaforico, interpretativo. La materia è ovviamente vastissima, e in ogni voce di vegetale ne compaiono molti altri, collegati a questo per similitudine o parentela, analogie o collegamenti che si sono determinati nei secoli. E un’attenzione particolare è dedicata ai diversi nomi popolari o volgari (come dente di leone per il soffione o erba dei ladri per lo stramonio) perché questi, frutto di una lunghissima pratica, individuano spesso caratteristiche fondamentali, aspetti e metafore che possono sfuggire anche all’occhio dello scienziato. Senza tralasciare curiosità, aneddoti più o meno celebri e tutti quei riferimenti alla letteratura e al folklore che rendono il volume una lettura colta e allo stesso tempo piacevole e alla portata di tutti.
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