Un’altra Patria. 50 anni fa l’approvazione della legge sull’obiezione di coscienza

Pisa il 16/12/2022 - Redazione
Il 15 dicembre del 1972 fu approvata la legge 772 sull’obiezione di coscienza che, dal 1973 al 2005 (anno di sospensione del servizio militare obbligatorio), ha permesso di poter svolgere un servizio civile alternativo a tutti i giovani che, per diverse motivazioni personali, avvertivano una profonda contraddizione nel dover assolvere all’obbligo del servizio militare. Pacini Editore è stata la prima casa editrice in Italia a pubblicare un libro, scientificamente accurato, su questa tematica. Si tratta di “Un’altra Patria”, saggio in cui Marco Labbate ricostruisce la lunga lotta per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza, guardandola come un fuso attorno al quale si raccolgono le culture politiche e le dinamiche istituzionali della contraddittoria democratizzazione del paese. È una delle molte vicende che si agitano nel ventre dell’Italia repubblicana e aiutano a capirla (clicca qui per leggere l’introduzione al libro).
 
La pubblicazione - La storia dell’obiezione di coscienza è un pezzo importante della storia della società italiana, che va ben al di là della vicenda individuale di quelle poche decine di ragazzi che la affermarono. È la storia dell’acquisizione dei diritti civili in un paese uscito da vent’anni di dittatura: non a caso l’iter parlamentare della legge (in realtà, dei diversi disegni di legge), che inizia immediatamente dopo la fine della guerra, termina proprio nel decennio delle grandi riforme sociali e si colloca, dal punto di vista cronologico, a metà strada tra il varo dello Statuto dei lavoratori e il referendum sul divorzio. È la storia di una parte della società, della politica e della cultura italiana che ha ancora la capacità di confrontarsi su temi alti e profondissimi, quali il rapporto tra la legge e la coscienza individuale, il valore della pace e della nonviolenza in un mondo vicino al collasso nucleare nelle varie fasi critiche della guerra fredda, ma soprattutto è animata dal bisogno di rivendicare il criterio di umanità che deve sostenere determinate scelte, al di là e al di fuori di ogni barriera politica e di ogni appartenenza ideologica. Anche se a un saggio storico non necessariamente si debba richiedere di avere ricadute sull’attualità, queste riflessioni di ieri gettano inevitabilmente una fioca luce anche sull’Italia di oggi e sul livello del dibattito culturale che attraversa la società e la politica. Il lavoro di Marco Labbate è il frutto di tre anni di ricerca, confronto, approfondimento maturati all’interno del Dottorato in Storia dei partiti e dei movimenti politici (ora Studi umanistici) dell’Università di Urbino Carlo Bo: un “laboratorio” che avvia e fa crescere i progetti dei dottorandi con l’apporto di un Collegio docenti che segue con dedizione e passione lo svolgimento delle ricerche. Con il contributo di idee, suggerimenti e, perché no, anche correzioni e aggiustamenti, si può arrivare a trasformare una buona tesi di dottorato in una pubblicazione utile alla comunità degli storici (e non solo). Dalla prefazione di Anna Tonelli.
 
Il tour – L’autore ha cominciato tour di presentazioni il 25 novembre scorso a Montpellier, ha toccato Roma, Fano, Verona, Torino, Rimini, Ravenna, Padova e proseguirà fino a gennaio: 17 dicembre – Bergamo – Convegno per i 50 anni a cura di Fondazione Serughetti La Porta; 20 dicembre – Mantova – Presentazione “Un’altra patria” all’Arci Mantova; 30 dicembre – Gravina di Puglia – Convegno di Pax Christi; 12 gennaio – Bologna – Presentazione di “Un'altra patria” (Manifesto in rete).
 
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