La libreria sulla collina. La bella favola di Alba Donati

Marialuisa Bianchi

08/11/2022

Si può abbandonare tutto per creare una libreria a Lucignana, un paesino di 180 abitanti sull’Appennino toscano, in Garfagnana, terra, secondo Ariosto, di lupi e briganti? Verrebbe da dire di no, una pazzia. Invece Alba Donati, visionaria e innamorata dei libri, ne “La libreria sulla collina” (Einaudi), ci racconta di un sogno che si realizza, non senza ardui impedimenti che vengono comunque superati, regalandoci poi un volume che è anche una bella favola. Ma le favole, almeno quelle della nostra infanzia, nascondevano mostri e ostacoli insormontabili, come i tre porcellini che cita l’autrice, dimostrando però che il porcellino con la casa di legno alla fine vince, e capovolge il finale razionale e un po’ moralistico della favola tradizionale. Niente lupo in pentola, ma una leggerezza e un’apertura ai sogni che solo i libri sanno dare, specialmente in una libreria in cima a una collina, aperta ai venti e immersa nel verde, come la bella copertina suggerisce. “Lei guarda a questo posto come sperduto al centro del mondo perché lo guardo con occhi di una bambina che ha salito scale traballanti e vissuto in case gelide, in gelidi inverni, una bambina che ha riparato come poteva le cose rotte”.
 
Una grande passione sin dall’infanzia, accesa da una zia, Fenysia, che le regalava i volumi ricevuti nella casa dove era governante: una passione che fa superare gli ostacoli perché procede sostenuta da un suo moto interno. Naturalmente tutti pongono la stessa domanda, cioè perché ha aperto una libreria in un paesino sconosciuto? “Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna educare i più piccoli, perché a 14 anni piangevo da sola davanti alla Tv la morte di Pier Paolo Pasolini, perché ho avuto maestre e professori straordinari, perché mi sono salvata”. Spero di essere stata anch’io un’insegnante che ha saputo seminare e innestare passioni per i libri e la scrittura, perché anche la scrittura può salvare la vita, come dimostra Alba con le sue poesie.
 
Una casa dell’infanzia che è soprattutto una soffitta dove da bambina Alba si recava a giocare e leggere, il luogo dell’immaginazione e dei sogni; un piano razionale dell’abitazione vera e propria dove viveva con una madre che la vita aveva reso problematica e difficile; una cantina che rappresenta il subconscio, cioè il luogo dei mostri veri o immaginari, le paure.  Ecco la libreria è una riproduzione di quell’antica soffitta che ha salvato la bambina dalle difficoltà e dai lutti e adesso salva la poetessa da una vita che non l’appaga più, infatti con spirito visionario segue i suoi sogni.  La libreria crea anche una comunità di persone in paese che vi lavorano come volontarie o arricchiscono la costruzione, come falegnami e giardinieri. Questo ha creato comunità, cioè una famiglia speciale dove si aiuta chi ha bisogno, si festeggia, insomma ci si sente parte. Ecco tutto quello che si può trovare nel mondo dei social, ma virtuale è a Lucignana, insomma un ritorno alla genuinità della vita, senza tuttavia cancellare i progressi utili, come gli ordini on line, la visibilità in Italia e all’estero che ha fornito prima l’opportunità di trovare fondi attraverso un crowdfunding e poi di ricostruire la libreria dopo un incendio. Insomma le difficoltà non sono mancate a Lucignana, non dimentichiamo che tutto questo avveniva durante il lockdown del terribile periodo del Covid, ma il coraggio e la determinazione di Alba hanno saputo far fronte per andare avanti e poi come in tutte le fiabe più belle (non quelle terribili di Andersen, di cui Alba cita spesso “la piccola fiammiferaia”) dall’esperienza di questa libreria è nato un libro di grande successo che sarà tradotto in molti paesi. Tutto trova una sua collocazione nel finale che non anticipo.
 
Tanti elenchi, di libri ordinati giorno per giorno, di fiori da piantare in giardino, di tè e marmellate perché come dice Alba gli elenchi salvano la vita, tengono accesa la fiammella della nostra memoria, per citare Umberto Eco a proposito della “vertigine della lista”. E non manca una lista di libri di consolazione, che comprende Pecos Bill e Pippi Calzelunghe. Sulle orme di Annie Ernoux troviamo una proposta di letteratura come non fiction, “stanze”. Ogni stanza per un aspetto o persona. La malattia, i lutti, il padre, con cui Alba ha avuto un bellissimo rapporto, che è venuto a mancare poco prima che il libro fosse pubblicato, poco dopo la madre scomparsa a 102 anni.  I morti tornano come la zia Fenysia e altri, soprattutto mentre scriviamo la seconda vita che noi viventi garantiamo ai morti, almeno finché viviamo. La seconda vita è la memoria. “Nella scrittura chi non c’è più torna, agisce, dice la sua”.  Scrive Trevi a proposito di Pia Pera in “Due Vite”: “mentre scrivo e fintanto che me ne sto a scrivere, Pia è qui […] Ne deduco che la scrittura è un mezzo singolarmente buono per ascoltare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo, ma scriverne, accorgendosi ben presto che il morto è attirato dalla scrittura trova sempre un suo modo inaspettato per affiorare nelle parole che scriviamo di lui, non siamo noi che pensiamo a lui, e si manifesta di sua propria volontà, è proprio lui una buona volta”. Perché nella scrittura autobiografica e in generale chi scrive “non fa esercizi di matematica, ma attinge a grumi, a ossessioni a zone di inesistenza.” I cosiddetti Nodi. Ecco grazie a questa libreria Alba ha sicuramente sciolto molti dei suoi nodi regalandoci emozioni con le sue storie di vita, cambiamenti e trasformazione, ed emozionandosi per prima a crearla e a custodirla per noi che amiamo immensamente leggere.
 
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Marialuisa Bianchi

Marialuisa Bianchi

Molisana d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive. Ha insegnato Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha appena pubblicato per i tipi di Mandragora Storia di Firenze. La preziosa eredità dell’ultima principessa Medici che ha reso grande il destino della città. Precedentemente il romanzo storico Ekaterina, una schiava russa nella Firenze dei Medici e, nel 2021, La promessa di Ekaterina (edizioni End). Ha esordito con un libro...

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