Moda e stille possono essere insegnati. Parola di Veronica Bogao, docente di Fashion design

Serena Bedini

01/06/2023

Moda e stile oggi sono diventate colonne portanti del mondo contemporaneo: li richiedono a gran voce i posti di lavoro, i social network, i luoghi che frequentiamo abitualmente. Si cerca continuamente "di fare tendenza", spesso incorrendo in spiacevoli inconvenienti dovuti a scelte fallimentari. Per questo è importante studiare e conoscere i trend che caratterizzano la nostra epoca, educare lo sguardo a ciò che veramente costituisce originalità, dà emozione, offre nuovi spunti di riflessione. Abbiamo rivolto alcune domande a Veronica Bogao, docente di ISIA Firenze per sapere cosa sia il mondo del fashion e in che senso si esplichi nell'insegnamento universitario.
 
Che cos'è il Fashion Design?
Rispondere a questa domanda, è prima di tutto un invito a riflettere sui molteplici utilizzi della parola MODA. La moda come linguaggio, come strumento di espressione, come disciplina, sistema e fenomeno. La moda è identità, imitazione, diversità, cambiamento, desiderio, cultura, business.  Sa essere effimera ed eterna. È sinonimo di artigianalità, industria, lusso, consumo di massa. È la ricerca di soluzioni e l'arte di immaginare nuovi ideali di bellezza.
È progettare il nuovo reinterpretando il passato. Disegnare la moda (Fashion Design) implica capirla, conoscerla, sperimentarla per poi reinterpretarla, reinventarla, de-costruirla e re-costruirla, immaginando quello che non esiste ancora. Per disegnare la moda bisogna essere elastici, rapidi, creativi, sognatori, workaholics (maniaci del lavoro).
 
In cosa consiste il tuo corso?
Nel corso di Fashion Design, materia opzionale annuale all'interno delle specialistiche dell'Isia di Firenze, si vuole offrire un percorso dinamico, utile ad allenare lo studente ad osservare il mondo attorno a sé, ad ascoltare e captare segnali, per identificare bisogni e problemi e proporre soluzioni nuove e utili. Attraverso lo studio degli scenari della moda (il corpo, il tempo, la storia, lo stile, la sostenibilità, il genere, la comunicazione, la narrativa, i materiali, i processi) lo studente acquisisce capacità critica e consapevolezza delle responsabilità della moda. È un corso molto pratico che permette allo studente di approfondire le conoscenze nelle aree di proprio interesse.
 
Di recente hai partecipato al Fuorisalone nell'ambito del progetto Design Fiction curato dal docente ISIA Firenze Mirko Tattarini. Il tuo contributo è stato fondamentale per la realizzazione del tappeto Planet Fiction Rug in collaborazione con Most srl. Potresti darci maggiori informazioni sul tappeto e sulle fasi del lavoro?
"Allevare" i progettisti del futuro attraverso la multidisciplinarietà e le collaborazioni con l'industria, affrontando problemi reali è uno dei punti forti dell'Isia di Firenze. Il progetto per il Salone del mobile è stata una bellissima e ricca esperienza per tutti quelli che abbiamo avuto la fortuna di partecipare. In primis per tutte le sinergie all'interno del progetto: tra i docenti, tra docenti e studenti, tra gli stessi studenti e con le aziende che hanno supportato e collaborato nel progetto. L'invito che Mirko Tattarini, direttore Creativo del progetto, mi ha fatto a collaborare nel progetto, mi ha permesso di proporre strumenti del mondo del design tessile e dell'abbigliamento per la manipolazione/trasformazione di materiali (riciclo, riutilizzo, upcycling) e per alcune delle soluzioni che hanno dato vita alle idee degli studenti. Il tappeto, un altro dei protagonisti della mostra, ci ha permesso di tradurre un concept che racchiude tematiche molto complesse come i dati del riscaldamento globale, in un oggetto interattivo e sensoriale, realizzato dall'azienda Most, sfruttando la loro eccellenza nell'abbinamento di materiali e tecnologie di avanguardia: laser, stampa 3D di tessuti, sublimazione, termoformato, ecc.
 
Cosa pensi della moda contemporanea? Com'è cambiata rispetto al passato e come cambierà?
La moda contemporanea si caratterizza per una grande libertà e una rottura delle regole che invece hanno predominato nella moda fino al XXI secolo dando un ventaglio molto ampio per una definizione personale tra moda e genere, stagioni, stili, occasioni di utilizzo, classi sociali, tradizioni, cultura, ecc. La città è la vera passerella della moda, il termometro dei tempi e del momento in cui viviamo. Dal sarto allo stilista, dal direttore creativo all'intelligenza artificiale, la moda cambia in continuazione e velocemente e concentrando la sua attenzione sul business ha perso di vista l'importanza di essere ecologici (l'impatto delle proprie azioni sugli altri e sul pianeta).  Poco ci interessa di come nasce il capo o l'accessorio che indossiamo e le conseguenze delle nostre azioni e abitudini di acquisto. Per questo motivo il progettista di domani deve pensare a soluzioni utili e necessarie e allo stesso tempo proporre alternative per il ciclo di vita completo del prodotto disegnato, spingendo il cliente a un pensiero più critico. Nel processo di Design dobbiamo includere domande del tipo: Quante vite può avere uno stesso prodotto? Come posso trasformarlo per che si adatti a più bisogni, allungandoli la vita e rispettando così il pianeta? Ma soprattutto c'è veramente bisogno di un altro prodotto in più? E anche se la moda ha tempi molto veloci, cambiare le dinamiche attuali sarà un processo lento...ma necessario.
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Serena Bedini

Serena Bedini
È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.

 
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