a cura di Giovanna Balzanetti
Giovanni Michelucci (1891-1990) aveva l’abitudine di portare sempre con sé un taccuino: lo usava per fermare un’idea per un progetto in elaborazione, un argomento per una conferenza o per le lezioni dell’università, ma anche per appuntare le sue impressioni di viaggio e quelle più intime ed esistenziali.
Sono qui riprodotti e trascritti i contenuti di un bloc notes particolarmente ricco di ricordi, disegni, riflessioni sul tema della città e sull’influenza reciproca tra quest’ultima e l’uomo. Il quaderno, finora inedito, fu compilato dal celebre architetto all’età di 84 anni, nel 1975.
a cura di Giovanna Balzanetti
Giovanni Michelucci (1891-1990) aveva l’abitudine di portare sempre con sé un taccuino: lo usava per fermare un’idea per un progetto in elaborazione, un argomento per una conferenza o per le lezioni dell’università, ma anche per appuntare le sue impressioni di viaggio e quelle più intime ed esistenziali.
Sono qui riprodotti e trascritti i contenuti di un bloc notes particolarmente ricco di ricordi, disegni, riflessioni sul tema della città e sull’influenza reciproca tra quest’ultima e l’uomo. Il quaderno, finora inedito, fu compilato dal celebre architetto all’età di 84 anni, nel 1975.
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