Si raccontano i primi quaranta anni della vita di Luigi Dallapiccola, dei settantuno da lui vissuti (Pisino 1904 – Firenze 1975). Questo musicista, tra i ben pochi che, nel secolo scorso, l’Italia abbia annoverato a livello internazionale, ebbe una costante propensione autobiografica. L’ha dimostrata nei molti scritti da lui pubblicati, nella sua stessa famosa conversazione; ma proprio l’evocazione della giovinezza, nelle sue pagine e nella sua conversazione, ha subito rimozioni. Il suo antifascismo, in particolare, è stato conversione non tardiva e assolutamente non opportunistica. Ma l’impegno di storicizzare quanto più fosse possibile attorno a una personalità così complessaha indotto a ricorrere al copioso epistolario, conservato in stragrande misura presso l’Archivio contemporaneo del Gabinetto Vieusseux (con ricognizioni anche altrove), per quanto – di esso – sia a tutt’oggi accessibile. Sulle lettere
ad familiares, infatti, come sul Diario gravano i sigilli di una privacy cui il Maestro ha sempre tenuto; e graveranno per decenni a venire. Ne è emersa la storia di un italiano
vissuto in tempi difficili – in una travagliatissima Firenze – e, insieme, la storia di un musicista, per il quale consapevolezza civile e percorso artistico sono maturati secondo una convergenza estremamente sintomatica ed emozionante.
45,00 €
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Si raccontano i primi quaranta anni della vita di Luigi Dallapiccola, dei settantuno da lui vissuti (Pisino 1904 – Firenze 1975). Questo musicista, tra i ben pochi che, nel secolo scorso, l’Italia abbia annoverato a livello internazionale, ebbe una costante propensione autobiografica. L’ha dimostrata nei molti scritti da lui pubblicati, nella sua stessa famosa conversazione; ma proprio l’evocazione della giovinezza, nelle sue pagine e nella sua conversazione, ha subito rimozioni. Il suo antifascismo, in particolare, è stato conversione non tardiva e assolutamente non opportunistica. Ma l’impegno di storicizzare quanto più fosse possibile attorno a una personalità così complessaha indotto a ricorrere al copioso epistolario, conservato in stragrande misura presso l’Archivio contemporaneo del Gabinetto Vieusseux (con ricognizioni anche altrove), per quanto – di esso – sia a tutt’oggi accessibile. Sulle lettere
ad familiares, infatti, come sul Diario gravano i sigilli di una privacy cui il Maestro ha sempre tenuto; e graveranno per decenni a venire. Ne è emersa la storia di un italiano
vissuto in tempi difficili – in una travagliatissima Firenze – e, insieme, la storia di un musicista, per il quale consapevolezza civile e percorso artistico sono maturati secondo una convergenza estremamente sintomatica ed emozionante.
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