Questo volume sembra una ideale risposta al testo della Bibbia. Dio è irriso, è compianto. Quello che compie Lotto è una dissacrazione dell’elemento religioso, ridotto in una visione di minimalismo e pessimismo “cosmico” ma al tempo stesso la sua visione laica è un’analisi profonda ed esistenziale dell’apriori spirituale che ognuno di noi possiede. I riferimenti alla Madonna costituiscono più una visione femminile e materna riconducibile al culto della fertilità nelle civiltà mediterranee che una glorificazione del culto mariano proprio della teologia cattolica. Lotto parla delle bellezze del creato, di cui la più fatua è proprio quella rappresentata dalla donna, creatrice di amarezza e disillusione oltre che di tormento interiore. Alla fine sembra davvero di trovarsi davanti a una versione post-moderna del testo biblico, la cui conclusione è che tutto è vanità e la via per non soffrire è una fuga dalla quotidianità, dal correre dietro al vento inutilmente (parole vuote e polvere nel vento). Il sacro viene ricondotto all’essenziale e la disillusione si allarga fino a comprendere dottrine e ideologie descritte come abiti nuovi.
9,00 €
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Questo volume sembra una ideale risposta al testo della Bibbia. Dio è irriso, è compianto. Quello che compie Lotto è una dissacrazione dell’elemento religioso, ridotto in una visione di minimalismo e pessimismo “cosmico” ma al tempo stesso la sua visione laica è un’analisi profonda ed esistenziale dell’apriori spirituale che ognuno di noi possiede. I riferimenti alla Madonna costituiscono più una visione femminile e materna riconducibile al culto della fertilità nelle civiltà mediterranee che una glorificazione del culto mariano proprio della teologia cattolica. Lotto parla delle bellezze del creato, di cui la più fatua è proprio quella rappresentata dalla donna, creatrice di amarezza e disillusione oltre che di tormento interiore. Alla fine sembra davvero di trovarsi davanti a una versione post-moderna del testo biblico, la cui conclusione è che tutto è vanità e la via per non soffrire è una fuga dalla quotidianità, dal correre dietro al vento inutilmente (parole vuote e polvere nel vento). Il sacro viene ricondotto all’essenziale e la disillusione si allarga fino a comprendere dottrine e ideologie descritte come abiti nuovi.
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