No results found.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona / mi prese del costui piacer sì forte / che, come vedi, ancor non m’abbandona”. Cioè a dire che quando si è amati non si può che riamare. Tant’è che la drammatica vicenda di Paolo e Francesca mise in crisi anche Dante, la sua concezione stilnovistica del sentimento amoroso e ancor di più le sue certezze morali. Alla domanda di Virgilio (Che pense?) il Sommo ha difficoltà a rispondere, si trova inadeguato rispetto ai principi etici di riferimento. Dante non riesce a considerare peccato un amore tanto tragico quanto sublime. Colloca all’Inferno i due amanti più per convenzione dottrinale che per convinzione. Per il Poeta deve essere stato terribile dover ammettere come il sentimento da lui teorizzato nella Vita nova (“Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”) potesse precipitare dall’elevazione spirituale alla morte.
ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TOSCANALIBRI
Per continuare a rimanere aggiornato sui principali avvenimenti, presentazioni, anteprime librarie iscriviti al nostro canale e invita anche i tuoi amici a farlo!
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
Siamo entusiasti di condividere con voi le ultime novità, aggiornamenti e contenuti esclusivi per rimanere sempre aggiornati e connessi con Toscanalibri.