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Veri o immaginari che siano, la Maremma è terra di tesori. A raccoglierli e raccontarli tra realtà e leggenda ci ha pensato Angelo Biondi nel volume “Tesori di Maremma” (Edizioni Effigi) che verrà presentato giovedì 30 gennaio alle 17 a Grosseto, nella sede dell’UniTre in via Garibaldi.
La pubblicazione - I tesori veri sono stati ritrovati per caso, anche secoli fa, nel corso di lavori agricoli e di cava oppure in occasione di sistematici scavi archeologici; si tratta di non pochi ripostigli di monete d’oro, d’argento e di bronzo delle più varie epoche: dagli etruschi ai romani, dal medioevo fino all’età moderna. L’esempio più straordinario è il recente rinvenimento del tesoro di Sovana: quasi cinquecento monete d’oro puro del V secolo d.C., a cui sembra fare da ideale anticipazione cronologica, il tesoretto di Gravisca, l’antico porto dell’etrusca Tarquinia, con monete d’oro del IV-V secolo d. Cr., un’epoca di cui si conosce poco, caratterizzata da continue guerre e dalle distruzioni delle invasioni barbariche, ma che ha restituito in Maremma tesori di alto valore non solo economico, ma ancor più numismatico e storico.
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