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Antonio Gramsci tra politica e vita affettiva. Un libro fa luce sugli anni in Russia

Firenze

02/02/2017

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Una cartolina postale. Un documento apparentemente minore, fino a oggi quasi ignorato, si rivela una miniera di informazioni, tracce, indizi. Una vera e propria mappa, volutamente disseminata di allusioni e di enigmi che, opportunamente sciolti, gettano luce sul periodo meno indagato della vita politica e affettiva di Antonio Gramsci, ricostruito da Noemi Ghetti nel libro “La cartolina di Gramsci. A Mosca, tra politica e amori 1922-1924” (Donzelli). La presentazione è per venerdì 3 febbraio alle ore 18.00 alla libreria IBS+Libraccio di Firenze in via De’ Cerretani. Insieme all’autrice, sarà presente Carlo Patrignani, giornalista e scrittore. Coordina l’incontro Sonia Marzetti del Gruppo Storia dell’associazione Amore e Psiche.
 
Il volume - È notte inoltrata, quel 16 ottobre 1922. Gramsci scrive da Ivanovo-Voznesensk, importante centro tessile a duecentocinquanta chilometri da Mosca, a Eugenia Schucht, ricoverata nel sanatorio di Serebriani Bor, lo stesso in cui Antonio è stato curato durante l’estate. Nei mesi precedenti tra i due è nata una storia. Ma quella sera, a scrivere a Eugenia, Gramsci non è solo. Con lui si trova Iulca, sorella di Eugenia, la bella violinista che Antonio ha incontrato a settembre proprio a Serebriani. Per entrambi è stato un colpo di fulmine, che nei mesi successivi ha dovuto fare i conti con le comprensibili gelosie di Eugenia. Trovatosi, poco più che trentenne, al centro di questo complicato triangolo amoroso, Gramsci si rivela autoironico e allusivo, passionale e spregiudicato nel tenere le fila del proprio rapporto con le donne. Ma la cartolina ci racconta contemporaneamente, e in controluce, di un’attitudine politica poco allineata, precocemente rischiosa. Il clima del partito sovietico si va accendendo, proprio in quei mesi, di una forte dialettica interna, e subisce le prime ripercussioni di una lotta intestina che presto non conoscerà esclusione di colpi. Gramsci mostra una straordinaria capacità di orientarsi e partecipare attivamente alla complessa vita politica e culturale di quell’immenso paese stremato dall’economia di guerra. Sono i giorni nei quali il primo ictus di Lenin, che Gramsci incontrerà il 25 ottobre alla vigilia del IV Congresso, ha già aperto la lotta per la successione. Negli stessi giorni in Italia la marcia su Roma del 28 ottobre segnerà lo scatenarsi del terrore fascista sul neonato Pcd’I, con assassini senza nome, incendi e devastazioni di sedi di giornali. A dicembre a Torino – come testimonierà Pia Carena, un’altra donna legata ad Antonio da un’intesa che non sembra fondata solo sulla politica militante – una squadraccia fascista andrà a cercare Gramsci con l’intenzione dichiarata di «appenderlo ad un albero, una volta per sempre».
 
L’autrice - Noemi Ghetti, laureata in Storia greca all’Università di Padova, ha compiuto studi filosofici all’Università di Firenze, città dove ha a lungo insegnato nei licei. Studiosa di storia, di letteratura e di linguistica, collabora con numerose riviste ed è autrice di trasposizioni di classici per reading e drammi musicali. Saggista, ha pubblicato vari volumi tra cui, con le edizioni dell’Asino d’oro, L’ombra di Cavalcanti e Dante (2011) e Gramsci nel cieco carcere degli eretici (2014).
 

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