Ettore Neri – scrittore ed ex sindaco di Seravezza – presenta a Prato il suo nuovo romanzo “Brigata Calamandrei” (Giovane Holden Editore), scegliendo non a caso uno dei luoghi simbolo della Resistenza toscana: il Circolo 29 Martiri di Figline di Prato, in via Cantagallo 250. L’incontro sarà moderato dal giornalista Fabrizio Lucarini.
Il libro è un noir veloce, denso, emozionante e distopico, ambientato nel 2050, in un futuro segnato da profonde disuguaglianze e da un’oligarchia capace di svuotare la democrazia, la rappresentanza politica e la partecipazione civile.
“Nel mio romanzo – spiega Neri – racconto lo scontro tra un potere che vuole limitare le libertà e cittadini che provano a riorganizzarsi per resistere. È una storia d’azione, ma anche di valori, che parla di un futuro che non è altro che la riproposizione di un passato nemmeno tanto lontano. Per questo motivo, presentarlo in un luogo come Figline, segnato dalla violenza nazifascista e simbolo di resistenza, assume un valore ancora più forte: una narrazione che indica cosa potremmo diventare se abbassiamo la guardia sullo stato della nostra democrazia”.
La vicenda si svolge in una città divisa da mura e zone sorvegliate, controllata da un governo ombra che utilizza propaganda e repressione. Qui si muovono il commissario Jules Bobbio e Cristina Serani, che chiede il suo aiuto temendo per la vita del compagno, un architetto divenuto scomodo per i poteri forti. Indagando, Bobbio scopre una rete di crimini, cospirazioni e tradimenti che coinvolge l’intera classe dirigente.
Figlio di una nota filosofa ormai emarginata, il commissario si trova a fronteggiare un sistema oppressivo e un complesso gioco di alleanze mutevoli. Tra repressione, milizie fedeli al regime ed ex colleghi corrotti, Bobbio dovrà fare i conti con i propri limiti e con un conflitto sempre più pericoloso. In questo scenario cupo, tuttavia, si intravedono spiragli di resistenza e la possibilità che la democrazia ritrovi la forza di reagire. Una visione certo inquietante, ma meno utopistica di quanto possa sembrare. Il finale, tutt’altro che scontato, riserva sorprese: la democrazia può ancora contenere in sé i germi per scacciare il male.
Il titolo del libro richiama l’attualità del pensiero di Piero Calamandrei, giurista e politico che continua a parlare al nostro tempo, invitando a un impegno civico attivo – soprattutto da parte dei giovani – per mantenere viva la democrazia, vigilare sulle libertà e difendere lavoro, dignità e giustizia sociale per tutti. È anche questo il forte messaggio che Ettore Neri affida al suo romanzo.
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