Se a Venezia una notte di inverno un poeta sedesse al calduccio “d’epoca” del Caffè Florian, potrebbe anche scrivere versi del tipo: «La nebbia rosa / e l'aria dei freddi vapori / arrugginiti con la sera / il fischio del battello che sparve / nel largo delle campane. / Un triste davanzale, / Venezia che abbruna le rose / sul grande canale. // Cadute le stelle, cadute le rose / nel vento che porta il Natale». Questo fece, appunto, Alfonso Gatto componendo la poesia “Natale al Caffè Florian”. Testo di ovattata malinconia a cui – immaginiamo – il tintinnio delle tazzine non arrecò affatto disturbò; anzi, per contrasto, vi aggiunse mestizia.
Clicca qui per leggere l'editoriale completo di Luigi Oliveto
ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TOSCANALIBRI
Per continuare a rimanere aggiornato sui principali avvenimenti, presentazioni, anteprime librarie iscriviti al nostro canale e invita anche i tuoi amici a farlo!
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.