A Capalbio Libri lunedì 4 agosto alle 19.30 appuntamento con Maria Enrica Puoti, autrice de "Il pretore è una donna! Dieci anni al fianco della cittadinanza" (Kairòs), volume che verrà presentato con Giorgio La Malfa e Marina Caffiero; conduce Moira Armini, letture di Giulia Nervi.
La memoria del lungo periodo trascorso nella cittadina emiliana ha ispirato la stesura del libro dal titolo “Il pretore è una donna!”, edizioni Kairós, nel quale si intersecano i ricordi personali con la narrazione dell’attività quotidiana di pretore, densa di ostacoli soprattutto per la difficoltà di vincere le resistenze sia delle forze dell’ordine, degli avvocati e dell’amministrazione pubblica, che all’epoca non avevano ancora fiducia nella capacità di una donna di dirigere la polizia giudiziaria e di assolvere compiti di una certa crudezza, sia della stessa cittadinanza, che, pur ospitale, non sapeva come comportarsi al cospetto di una donna, per di più proveniente da Roma ed appena ventiseienne. Un lavoro da pioniera (alle posizioni apicali vigeva all’epoca in modo assoluto il predominio maschile), duro, difficile, solitario.
Alle 21.30 Eugenio Giani presenta invece "Pietro Leopoldo. Il granduca delle riforme" (Giunti) con Mauro Canali; conduce Sergio Rizzo, letture di Giulia Fossà.
Firenze, 12 settembre 1765: il granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, giovane rampollo di una delle famiglie più potenti di Europa, varca Porta San Gallo ed entra in città. È l’inizio di una grande avventura: per un quarto di secolo, governerà il Granducato di Toscana e lo trasformerà in un laboratorio di innovazione e modernità. Con uno stile avvincente e un ritmo incalzante, l’autore racconta la vicenda di Pietro Leopoldo, dalla sua formazione alla corte di Vienna fino al ritorno in patria nei panni dell’imperatore d’Austria.
Ma è soprattutto la figura di governante visionario e riformatore a emergere. Un sovrano così vicino agli ideali dell’illuminismo da attuare la più clamorosa delle riforme: abolire tortura e pena di morte. Nessuno Stato al mondo aveva ancora osato tanto come la Toscana. Dalle pagine di questo libro scaturisce un ritratto vivido, sfaccettato e profondo. E si delinea anche la fisionomia di uno Stato con un’identità spiccata, fondato sul principio della «pubblica felicità» che sempre ha ispirato Pietro Leopoldo.
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