“Ho sentito il dovere di rompere il silenzio che politicamente continua ad avvolgere Siena e l'urgenza di manifestare la mia indignazione verso il sistema di corruttela che ha saccheggiato la città”. Così scrive Gianni Resti nel libro “Ci hanno preso in giro! Dal partito comunista italiano al partito democratico a Siena e dintorni. Per conoscere e per non dimenticare” (Edizioni Il Leccio) in cui ricostruisce quasi quarant’anni di politica e storia senese, sbriciolando il muro di silenzio che da sempre spadroneggia in città. Il volume verrà presentato sabato 13 gennaio alle ore 16.00 a Pienza, nella Biblioteca comunale San Carlo Borromeo. Oltre all’autore, saranno presenti il sindaco di Pienza Fabrizio Fè, Barbara Cucini e Fabio Pellegrini. Coordina l’assessore alla cultura del Comune di Pienza Giampietro Colombini.
Il volume - Il libro non è solo un elenco di date e incontri né rivelazione di chissà quali retroscena più o meno significativi. La vera novità sta nel fatto che un esponente centrale di una lunga fase politica che abbraccia quasi quarant’anni racconta dal di dentro quella comunità di donne e uomini che vantava una “diversità” che si richiamava a Enrico Berlinguer. E finisce così per svelare i meccanismi, le scelte politiche e persino alcune carriere, permettendo, oggi, di capire meglio.
Scrive l’autore - "Dopo aver passato un periodo di forte disagio interiore in un crescente isolamento quotidiano, mitigato fortunatamente dalla mia famiglia e dall'impegno scolastico, ho iniziato a scrivere cercando le parole giuste per dare ordine ai miei pensieri e alla narrazione. Ho cominciato ad affrontare vicende lontane e vicine per ricostruire i contenuti di un percorso personale che si è intrecciato con gli avvenimenti politici e istituzionali senesi degli ultimi trent'anni. Ho iniziato a raccontare ciò che io ho conosciuto da vicino, quella politica senese con cui ho avuto a che fare a partire dagli anni Ottanta e che tanto peso ha avuto nel determinare molte delle scelte sbagliate che hanno condotto al declino di Siena, passata in breve tempo da essere considerata "città ideale" a luogo marginale in chiara difficoltà economica e culturale. Ho potuto scrivere quello che ho visto e conosciuto da una particolare angolazione, quella di chi si è occupato per anni di attività culturali importanti e che ha incontrato lungo il suo percorso istituzionale il consolidato, autoreferenziale e opaco modo di agire degli apparati di partito e la presuntuosa supponenza di molti amministratori pubblici".
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