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Era il 7 agosto del 1784. Vittorio Alfieri, partito da Siena, viaggiava alla volta dell’Alsazia per raggiungere la sua amata contessa d’Albany. Preso dalla nostalgia degli amici senesi dettò un sonetto dove nomina tutto quel crocchio di persone e di luoghi a lui cari. Tra questi una tipografia: “fama mi dà la stamperia Pazzina / le cui bindolerie già poste ho in Lete”. Si trattava, appunto, della stamperia di Carlo Pazzini, abituale punto di ritrovo di letterati e docenti universitari, per i cui tipi lo scrittore astigiano aveva pubblicato l’anno precedente le sue prime quattro Tragedie. Ancora per i torchi pazziniani avrebbero fatto seguito il secondo e terzo volume.
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