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Democrazia comunque. Dall’antica agorà alla banda larga

11/03/2013

Quanti, in occasione delle recenti elezioni politiche, abbiano eroicamente varcato la porta di un seggio (il 25 per cento degli italiani non ha trovato né cuore né ragione di farlo), si saranno resi conto come in quelle stanze, più di ogni altra volta, incombesse la desolazione. Giustamente ostinati a esercitare un diritto/dovere, i cittadini elettori non avevano mani sufficienti a turarsi naso, occhi, orecchie, altri orifizi. Bieca (per alcuni, ‘sinistra’) era anche la luce che, nella cabina, male illuminava l’angusto spazio di democrazia rappresentativa. Un tempo là dentro potevi portare persino Dio (lui di croci se ne intendeva); oggi, invece, te lo fanno depositare insieme al telefonino, e tu sei nello stabbiolo, solo con le tue incacchiature. Pensi, magari, ai figli, ai nipoti, al domani inesorabilmente ingurgitato dall’oggi, il quale oggi sopravvive solo grazie al fiato risparmiato ieri. Se hai le idee chiare, sai a chi non vuoi dare il voto, ma non certo su chi marcare la tua fiducia. Alla fine tracci un segno, con la stessa sufficienza con cui un’infermiera, prima della notte, potrebbe deporti sul comodino la pasticchina-placebo.

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