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Di che sperare. Se i giovani crescono a pane e cultura

21/05/2012

L’ultimo Salone del Libro di Torino si è chiuso con un bilancio positivo. Un 5 per cento in più di visitatori, vendite di libri in aumento, un pienone di giovani (e non si parla delle solite scolaresche in libera uscita). Soprattutto quest’ultimo dato offre di che sperare. Numerosi ragazzi hanno sostato negli stand del Lingotto, sfogliato, annusato e acquistato libri di carta, naturalmente privilegiando le edizioni economiche. Hanno tralasciato quasi del tutto il luccichio degli e-reader che per loro, abituati a vivere le giornate in perenne touche screen, non rappresentano niente di eccezionale (la fregola del libro digitale la lasciano ai genitori). Lo scrittore e magistrato Gianfranco Carofiglio definisce questi ragazzi ‘lettori consapevoli’, li ha trovati preparati, curiosi, perfettamente ‘sulla palla’ (tanto per usare una metafora calcistica). Dunque le nuove generazioni leggono. E ne dà conferma anche Tullio De Mauro, che bada a ricordare quanto molto più ignoranti siano i genitori e i nonni di quegli stessi ragazzi.

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