Il Festival del Libro per Ragazzi, promosso dal Comune di Bibbiena in collaborazione con Mondadori Point di Poppi, quest’anno allarga i suoi confini: di idee, di collaborazioni, di luoghi, coinvolgimenti e di eventi.
La kermesse, che quest’anno si svolgerà nelle due settimane dal 21 febbraio all’8 marzo 2026, avrà un’anticipazione nei mesi di ottobre e novembre, grazie alle nuove collaborazioni con Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi e Prospettiva Casentino.
Il 7 ottobre alle 21 nella sede della Fondazione in via Bosco di Casina, 12 a Bibbiena, si terrà l’incontro con Michela Marzano moderato dal giornalista Massimo Orlandi.
La filosofa, saggista e scrittrice presenterà “Qualcosa che brilla” (Rizzoli), ultimo romanzo con cui l’autrice illumina con sincerità disarmante il disagio di una generazione a cui il mondo sembra aver rubato tutto. Attraverso la voce di chi cura con la parola, accompagna gli adolescenti – e chi li ama – nel difficile viaggio verso l’età adulta. Perché ognuno di noi è una storia che ha bisogno di essere raccontata. Unica, proprio perché imperfetta.
Quando gli chiedono qual è il problema con gli adolescenti di oggi, il dottor Mauro Rolli non sa cosa rispondere. Alle diagnosi facili e alle etichette ha sempre preferito l’ascolto: leggere gli sguardi, interpretare il linguaggio del corpo. Dopo un inizio in ospedale, ha abbandonato la carriera in psichiatria, mettendone in discussione i metodi di cura. Per questo ha fondato a Roma il Centro La Ginestra, uno spazio di accoglienza e dialogo, dove i ragazzi si sentono finalmente visti.
Mauro non cura dall’alto: si siede accanto a loro. Li ascolta. Li vede nella loro fragilità assoluta, anche quando non riescono a dire cos'hanno, anche quando le parole si spezzano in gola e la sofferenza è una cappa di buio. C'è Sara, che si rifiuta di uscire di casa. Irene, in guerra continua col cibo. Clara, che ruba. E poi Gianpaolo, Noemi, Sandra, Viola, Luca. Parlare e ascoltare li fa sentire meno soli.
E quando serve, Mauro incontra anche i loro genitori. Li aiuta a capire, a non aver paura, ad accettare. Nessuno lo sa meglio di lui, segnato vent’anni prima dall'incontro con Arianna, una paziente che non ha mai dimenticato. Ora Arianna è tornata, come collega. E Mauro deve trovare la forza di curare anche le sue, di ferite, senza rinunciare ai propri sogni.
L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria
Il 9 novembre invece si terrà l’incontro, reso possibile dalla collaborazione con l’Associazione Prospettiva Casentino, dedicato a genitori e figli con lo psicopedagogista Stefano Rossi, tra i massimi esperti di adolescenza del nostro Paese.
La sua ricerca è iniziata 20 anni fa lavorando in centri per bambini e ragazzi che avevano un cuore pieno di tagli. Superando i poli opposti dell’autoritarismo e del permissivismo, il Metodo Rossi aiuta il genitore a costruire una relazione Porto Sicuro (calda ed empatica), fondamentale per insegnare ai nostri velieri l’arte di navigare nel mare delle emozioni.
Il Metodo Rossi, tramite storie e metafore evocative, propone un’educazione completa che faccia fiorire una mente critica, un timoniere in grado di pensare i propri e altrui pensieri; un cuore intelligente, delle vele in grado di riconoscere il proprio e altrui sentire. Lo scopo più alto del lavoro del dott. Rossi è creare una cultura dell’educazione emotiva che possa ricucire sotto lo stesso cielo genitori e figli, scuola, famiglia e società.
Sugli strumenti del Metodo Rossi sono già state formate più di 800 scuole e oltre 100 mila insegnanti e genitori. Rossi collabora spesso con Sky Tg24 offrendo il proprio sguardo per comprendere i fatti di cronaca legati a genitori e adolescenti. In radio interviene spesso su questi temi ai microfoni di Rai 1 Radio (Formato Famiglia), Radio Deejay (Gazzology), Radio Capital (Tg Zero).
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