Verrà presentato sabato 18 ottobre alle 17.30 nella biblioteca comunale di San Casciano in Val di Pesa, in via Roma 37, il volume "I giardini di Firenze. VI" (Olschki), capitolo finale della monumentale opera di Angiolo Pucci in cui descrive gli orti, i giardini e i palazzi signorili disseminati nella fascia collinare dei Comuni di cintura a Firenze, territorio che rende unico il contesto fiorentino per l’antropizzazione e la stratificazione del paesaggio che unisce natura, colture, viabilità e architetture in un continuum tra città e campagna che non si rintraccia in nessun altro luogo.
IL LIBRO
Te beata, gridai, per le felici / Aure pregne di vita, e pe’ lavacri / Che da’ suoi gioghi a te versa Appennino! / Lieta dall’äer tuo veste la Luna / Di luce limpidissima i suoi colli / Per vendemmia festanti, e le convalli / Popolate di case e d’oliveti / Mille di fiori al ciel mandano incensi…. I versi di Foscolo, cinque secoli dopo Giovanni Villani e tre dopo l’Ariosto, alimentano il mito dell’originalità urbana di Firenze città dei fiori: il proseguimento senza cesura dal suo centro storico al contado di residenze signorili impreziosite da orti/giardini di rara ricchezza e bellezza.
Angiolo Pucci nell'ultimo capitolo della sua opera attraverso cinquecento casi descritti dimostra come questo mito non sia solo un topos letterario creato dalla potenza figurale dei poeti. Da guida espertissima, anzi vero sacerdote del cultus hortorum, ci fa infatti scoprire come attraverso i secoli il paesaggio collinare del contado fiorentino si sia impreziosito di giardini e parchi. E ancora ci spiega il complesso intreccio che, in costante legame di reciprocità, collega gli orti di utilità delle canoniche delle Pievi, le colture dei vigneti e degli oliveti, i boschi ai giardini di delizia e ai parchi con i quali gli antichi e nuovi aristocratici fiorentini hanno impreziosito e reso famose le loro dimore extraurbane: da Bagno a Ripoli a Capraia e Limite, da Vallombrosa, dal Mugello e dalla Val di Sieve alla Val d’Elsa e al Chianti. Il volume costituisce così un prezioso viatico per conoscere e riscoprire la corona “verde” che circonda Firenze, cioè il frutto della cura faticosa e gioiosa dei suoi abitanti nel costruire nuovi possibili paradisi terrestri dopo l’uscita dei nostri progenitori dall’Eden.
Ingresso libero.