A quasi dieci anni dalla chiusura nel gennaio del 2016, il Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa (Siena) riapre al pubblico nello storico Palazzo Pretorio (Piazza Duomo 42) completamente rinnovato nel concept e negli allestimenti.
Sabato 15 novembre 2025, ore 11.00, la cerimonia con la restituzione alla città di uno spazio identitario e simbolico, dedicato alla storia e al patrimonio archeologico di Colle. Saranno presenti Piero Pii, sindaco di Colle di Val d’Elsa, Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, Gabriele Nannetti, soprintendente ABAP per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, Alessandro Ricceri, presidente Fondazione Musei Senesi.
Seguirà la presentazione del progetto culturale a cura di Daniele Tozzi, assessore alla Cultura di Colle di Val d’Elsa, Enrico Maria Giuffrè, funzionario archeologo SABAP e Giacomo Baldini, direttore dei Musei Civici. Dalle 15 visite guidate gratuite con il Gruppo Archeologico Colligiano e attività didattiche per bambini e famiglie a cura dell’associazione LaGorà APS
Il progetto, realizzato da Gabriele Maria Pulselli su progetto scientifico e museografico del direttore Giacomo Baldini, ha trasformato il Palazzo Pretorio – cardine urbano tra Via del Castello e Piazza del Duomo – in un polo culturale che, insieme al Giardino delle Arti e alle Stanze della Memoria, intreccia archeologia, trasformazioni urbane, memoria e arte contemporanea: da qui il concetto, di crossover, ovvero incroci, ma soprattutto contaminazioni.
Sorto nel XIV secolo su torri gentilizie (tra cui quella dei Ghidotti che ospitò il podestà), l’edificio fu sede del Comune, dimora del Podestà e carcere mandamentale fino al 1924. La torre civica annessa crollò nel 1636 e al suo posto venne costruito l’attuale campanile. Il museo nacque nel 1976 grazie all’acquisto della Collezione Terrosi (tre sale al secondo piano), e venne ampliato fino a quindici sale nel 1990, divenendo Museo Territoriale; nel 2012 è stato riconosciuto museo di rilevanza regionale.
La chiusura del 2016 per manutenzione straordinaria e adeguamento normativo, a cui è seguito un nuovo investimento di 150.000 euro di lavori nel 2023, ha consentito oggi una rilettura profonda: da contenitore di reperti etruschi a narratore della storia di Colle, dal paesaggio geologico alle vicende medievali meno note e più curiose, in un percorso che valorizza affreschi, viste panoramiche e spazi pubblici.
“Restituiamo alla città un Palazzo Pretorio vivo, che non conserva solo reperti archeologici, ma racconta secoli di storia colligiana: dalle torri medievali alle necropoli etrusche, dal carcere al dialogo con l’arte contemporanea. Un museo accessibile e integrato nel tessuto urbano, investimento sulla memoria per una comunità che guarda al futuro” sottolinea il Sindaco Piero Pii.
“Il ‘crossover’ è la chiave: archeologia, paesaggio, memoria e contemporaneo si fondono in un percorso immersivo. Grazie al gruppo di lavoro che ha restituito alla città questo polo. Un intervento che diventa rigenerazione culturale. Il museo riapre come crocevia di storie e generazioni” aggiunge Daniele Tozzi, assessore alla cultura.
È proprio il piano terra del Palazzo, aggiuntivo rispetto al percorso museale archeologico, a costituire il primo forte legame tra città e palazzo. Uno spazio “pubblico” visitabile e transitabile liberamente che permette al visitatore di scoprire luoghi ad oggi quasi segreti come il Giardino delle Arti e le Stanze della Memoria, ricevendo anche delle informazioni relative agli eventi temporanei e permanenti che interessano il palazzo e scoprendo il legame tra museo e la necropoli etrusca di Dometaia.
Il giardino è stato il primo luogo riattivato da questo processo grazie all’installazione della scultura “Concrete block” di Sol Lewitt. L’artista americano, in occasione della seconda edizione della manifestazione Arte all’Arte, nel 1997 realizzò l’opera in maniera temporanea, divenuta permanente con un percorso di recupero partito già nel 2020 e oggi punto di partenza per la scoperta dell’arte contemporanea in città. Perimetrato e intimo, il giardino ha già accolto manifestazioni, conferenze, concerti e proiezioni cinematografiche, puntando ad essere spazio della città e attivatore di un processo di fusione tra palazzo e tessuto urbano, tra passato e presente.
Le Stanze della Memoria “Gracco Del Secco” sono un luogo di riflessione. Il progetto vuole valorizzare l’emotività dello spazio. Il visitatore potrà guardare dentro, per immergersi in uno spazio di isolamento poco arieggiato e illuminato da una finestra alta, quasi privo di arredo: tavole di legno come letto e una ridottissima latrina triangolare costretta in un angolo della cella. Questo è uno spazio privo di relazioni con l’esterno; non c’è palazzo, non c’è città, non c’è paesaggio, c’è solo la cella e i suoi muri sui quali si possono ancora leggere delle iscrizioni o riconoscere il tratto incerto di un fiore o il profilo senza tempo di un uomo con il pesante mantello e il cappello a cilindro.
Per sottolineare la continuità tra la dolorosa segregazione del passato e la triste condizione del presente al centro della stanza è stata installata l’opera TEARS dell’artista Moataz Nasr a significare il dolore di coloro che, reclusi in questi spazi, hanno continuato ad immaginare la loro vita al di fuori di queste mura, sognando una vita migliore come i tanti che, oggi, anche da liberi, cercano il loro riscatto, spesso mortificato dall’indifferenza o dall’ostilità.
Il museo archeologico di Colle di Val d’Elsa cambia impostazione: il percorso parte dal secondo piano e scende verso il presente, ‘ribaltando’ la sequenza di visita tradizionale. Al piano terra c’è l’accoglienza, con introduzione alla città, biglietteria, bookshop e servizi. Si sale in ascensore al secondo piano. Si inizia dalla storia naturale: fossili e carte geologiche per capire come si è formato il territorio della Valdelsa, con uno specifico approfondimento sul c.d. lago di Colle (sala 1).
Dopo la sezione sulla Preistoria (sala 2), inizia la narrazione del popolamento etrusco, dall’età del Ferro e dal successivo periodo orientalizzante (sala 3), fino all’età arcaica e classica (sale 5 e 7). La sala 8, dedicata alla Collezione Terrosi, presenta una ricostruzione in scala 1:1 della Tomba dei Calisna Śepu, con reperti sulle banchine.
Scendendo al primo piano, dopo uno spazio dedicato al sacro e alla relazione con l’acqua (sala 9), il percorso prosegue con le sale dedicate all’età ellenistica, illustrata attraverso le ricerche nella necropoli di Dometaia (sale 10 e 11) e de Le Ville (sala 12), passando per una piccola sezione sul periodo romano (sala 13), e terminare nel Medioevo con i materiali provenienti dalle ricerche all’interno del palazzo e nel giardino, con uno specifico approfondimento sul riuso delle tombe etrusche in età medievale, pratica di cui è testimone lo stesso Cennino Cennini (sala 14).
Il percorso di visita è narrato attraverso ricostruzioni di ambienti, spesso impreziositi dai magnifici disegni di Simone Boni dello studio InkLink di Firenze: ad aumentare l’effetto immersivo in alcune stanze sono presenti suoni, come quello dell’aulós di Stefano ‘Cocco’ Cantini, che proietta in una dimensione altra. Grande spazio è dedicato alla storia del palazzo e alla relazione con la città: per questo sono stati recuperati spazi dove vengono raccontate le storie del palazzo, sono illustrati gli affreschi (come il salone centrale, chiamato Sala dell’Annunciazione, che è lo spazio di accoglienza della comunità) o si parla della Pieve del Santo Salvatore. In questo modo il percorso si proietta idealmente fuori, verso il centro storico egli altri musei cittadini.
“Abbiamo ribaltato l’approccio: non più vetrine espositive, ma segni da ricomporre in un’esperienza educativa e immersiva. Partiamo dalla geologia per arrivare al Medioevo, valorizzando affreschi, viste e spazi pubblici. Un museo archeologico della città, non solo etrusco: reperti, paesaggio e trasformazioni urbane dialogano per restituire a Colle la sua narrazione completa. Ma soprattutto attenzione alla comunicazione: i pannelli prevedono più livelli di approfondimento che il visitatore potrà scegliere, con uno specifico percorso per i bambini” conclude Giacomo Baldini, Direttore dei Musei Civici di Colle e curatore dell’allestimento.
Orari e informazioni tel 0577 912257; e-mail: turismo@comune.collevaldelsa.it.
Il Palazzo Pretorio sarà aperto dal 15 novembre al 25 gennaio venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 11 alle 16. 25 dicembre chiuso. Nel periodo natalizio (26 dicembre-6 gennaio) il museo sarà aperto tutti i giorni (tranne il mercoledì) in orario 11-17. Costo del biglietto: 5,00 € intero, 3,00 € ridotto. Per i residenti nel Comune di Colle di Val d’Elsa l’ingresso è gratuito, come in tutti i musei del sistema cittadino.
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