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La città dei lettori. Terza giornata dedicata alla cinquina finalista del Premio Strega

In apertura la lectio di Antonella Lattanzi su Goliarda Sapienza

Firenze

05/06/2025

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Sarà tutta dedicata ai finalisti del Premio Strega la 3/a giornata de La città dei lettori, il festival che catalizza a Firenze autori, editori, traduttori, divulgatori, giornlisti e curatori di primo piano promosso da Fondazione CR Firenze e a cura di Associazione Wimbledon APS, con la direzione di Gabriele Ametrano.

Appuntamento venerdì 6 giugno alle 18.45 sulla terrazza di Villa Bardini (Costa San Giorgio 2) per il primo incontro pubblico della cinquina dopo la proclamazione - avvenuta la sera del 4 giugno a Benevento, come da tradizione - con Andrea Bajani, Nadia Terranova, Elisabetta Rasy, Paolo Nori e Michele Ruol, che racconteranno le proprie opere - rispettivamente “L’anniversario” (Feltrinelli), “Quello che so di te” (Guanda), “Perduto è questo mare” (Rizzoli), “Chiudo la porta e urlo” (Mondadori), “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” (TerraRossa) - introdotti dal giornalista Andrea Marotta.

L’iniziativa, in collaborazione con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, sarà aperta alle 18.30 da un momento istituzionale e vedrà garantito il servizio di interpretariato LIS – Lingua dei Segni Italiana (ingresso gratuito con registrazione obbligatoria a www.lacittadeilettori.it con biglietto omaggio alla mostra “Caravaggio e il Novecento”).

GOLIARDA SAPIENZA 

Sempre sulla terrazza della Villa, in linea con il tema dell’8/a edizione del festival - i classici -, alle 17.30 si terrà la lectio dell’autrice e sceneggiatrice Antonella Lattanzi che ricorderà Goliarda Sapienza – autrice riscoperta dopo la morte col suo romanzo più celebre, "L'arte della gioia" - nel centenario dalla nascita. Nata a Catania da madre sindacalista e partigiana e padre avvocato fermamente antifascista, è proprio dai genitori che eredita il carattere anarchico e anticonformista. Dopo un’infanzia difficile studia teatro a Roma e collabora con le maggiori figure del neorealismo italiano, tra cui il futuro marito Citto Maselli. Vive una vita complessa che si può ripercorrere attraverso la sua opera - sempre autobiografica - dagli anni siciliani a quelli romani, fino all’esperienza psichiatrica e a quella in carcere - per arrivare poi nel ‘76 al suo unico romanzo, appunto, “L’arte della gioia”, storia di una giovane donna che tenta di liberandosi dalla mentalità arretrata del meridione.

Il libro viene considerato dalla critica troppo all’avanguardia, trattando temi come l’indipendenza e l’emancipazione femminile con tono crudo e realista, e verrà recuperato solo vent’anni dopo grazie all’aiuto di Angelo Pellegrino, secondo marito di Sapienza, nel frattempo morta in miseria. Antonella Lattanzi racconta in modo intenso ed emotivo una figura tanto importante quanto spesso oscurata nel panorama della letteratura italiana: Goliarda, proprio come Modesta, cerca di evadere da una società che le vieta di provare la sua gioia, che lei non intende come una qualità o un dono, ma come un’arte da conquistare combattendo.

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