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Appuntamento da non perdere sabato 3 settembre alle ore 18.30 nello Spazio La Nunziatina (via La Nunziatina) a Pisa. Quattro libri: “L’eterna gioventù” (Feltrinelli) di Maurizio Maggiani; “La città proletaria” (Sellerio) di Athos Bigongiali; “Addio Lugano bella” (Einaudi) di Massimo Bucciantini; “Andai perché ci si crede. Il testamento dell’anarchico Serantini” (Sellerio) di Michele Battini. I quattro autori ne chiacchiereranno liberamente, provando se – come scrive Maggiani nel suo romanzo - "l’anarchia en se po’ dir". Son letterati, critici, storici. Fan mestieri diversi, ma tutti mettono sempre le mani nelle testimonianze dirette e nelle storie di vita.
L’incontro - L’anarchia e, via via allargando o risalendo nei tempi, la critica razionale, il pensiero libero da ogni dogma o pretesa verità rivelata, hanno impregnato di sé la città e la sua regione dall’Elba alla Liguria, nutrendone le passioni politiche più radicali come la vocazione agli studi e alle indagini scientifiche prima e dopo l’ Unità d’Italia, quando fu una delle roccaforti del partito di Mazzini: e Pisa fu venerata per avere accolto sotto falso nome l’esule rivoluzionario (ricercato per terrorismo) che vi morì in via La Maddalena. (La casa era quella della famiglia Rosselli, che durante il fascismo avrebbe dato le vite di Carlo e Nello alla causa della giustizia e della libertà). Libertà politica ed educazione razionale e scientifica di ogni bambina e bambino, sin dall’infanzia, quale unica e solida base della formazione dell’individuo libero in una libera società: "Educare a le verità storiche de la ragione de la scienza fu il delitto capitale di Francisco Ferrer, nel cospetto di coloro che in nome di Dio e del re lo vollero morto. Ma la sua ultima voce coperse il fragor de’ fucili, destò gli occhi del mondo e sommerse l’anima". Recitava così la lapide voluta da "i razionalisti e liberi pensatori pisani" in via S. Giovannino, scritta nel 1910 da Pietro Gori per rammemorare, un anno dopo la fucilazione in Catalogna, il fondatore di quella Escuela Moderna a cui collaborarono da tutta Europa scienziati come Reclus, Flammarion, Spencer, Haeckel. Pisa e la sua regione larga son sempre state terre di liberi pensatori, razionalisti, sovversivi. Così anche durante il Novecento, sotto il fascismo e nella Resistenza. Tale sua vocazione sarebbe riaffiorata continuamente, sino al Sessantotto, quando coinvolse un giovane studente sardo impaziente e disobbediente, che ne morì anch’egli.
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