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L’altro genere. Alice di Fruttero, le mitiche creature di Perillo e la bonanima di Meco di Bellini protagoniste dei nuovi appuntamenti con la Rete Grobac

Venerdì 12 dicembre alle 17

Grosseto

10/12/2025

La rassegna “L’altro genere. Scrittrici di Maremma” arriva, venerdì 12 dicembre, alle 17, in tre punti della Rete Grobac, delle biblioteche degli archivi e dei centri di documentazione della provincia di Grosseto.

Saranno, infatti, la biblioteca comunale “La Piccola” di Capalbio, la biblioteca comunale “C. Mariotti” di Scarlino e la Biblioteca delle Muse di Saturnia ad accogliere le tre autrici protagoniste di questo nuovo appuntamento di promozione della lettura.

A “La piccola” di Capalbio, Carlotta Fruttero, in un dialogo con Roberta Pieraccioli, presenta il suo libro edito da Mondadori “Alice ancora non lo sa”; a Scarlino protagonista Luciana Bellini con “La bonanima di Meco. Commedia tragicomica su carta” (Effigi) che presenterà insieme ad Ilaria Cansella, direttrice dell’Isgrec (Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea); alla Biblioteca delle Muse di Saturnia è la volta di Fulvia Perillo che presenta “Altre mitiche creature. Racconti” (Effigi), insieme alla giornalista Lina Senserini.

Alice ancora non lo sa

Alice sta per perdere la casa di famiglia in cui è cresciuta e vive, ma è determinata a battersi perché ciò non accada. Per continuare a lottare però deve fare i conti con il passato. La sua vita, le sue scelte: specialmente una, quella che dieci anni prima le ha completamente rivoluzionato l'esistenza. Alice è sempre stata una sognatrice, ama le fiabe, crede nel principe azzurro e nel lieto fine e quando incontra Lui pensa di aver finalmente trovato le risposte che cerca.

Si lascia travolgere dai sentimenti, dimentica il buonsenso e si butta anima e cuore in un'avventura che rischia di annientarla. Poteva agire diversamente? È stata tutta colpa sua? Eppure, amore c'è stato, non è accaduto tutto invano se ora Alice ha il coraggio di ripercorrere il cammino che l'ha portata fino a qui; un cammino segnato da ricordi dolorosi ma che le consentirà di diventare più consapevole e forte.

La bonanima di Meco. Commedia tragicomica su carta

Questo racconto teatrale si svolge durante la veglia funebre di Meco, personaggio apprezzato e benvoluto nella sua piccola comunità della Maremma, passato a miglior vita dopo una breve ma inesorabile malattia. Il raccoglimento dei compaesani che si recano a rendergli omaggio diventa l’occasione per descrivere una società che, oltre a ricordare la “bònanima”, condivide opinioni e riflessioni sul presente.

Sono temi cari all’autrice, che ha osservato attentamente il ridisegnarsi della civiltà: dall’apparente semplicità popolare all’irrompere della contemporaneità, con l’intontimento mediatico, l’omologazione e la critica a una classe dirigente inadeguata e poco affidabile. Tra le voci emerge la necessità, da parte delle donne della stessa generazione, di maturare la consapevolezza che un linguaggio e una prassi alternative a quelle maschili sono possibili, e che questo compito spetta proprio a loro.

Accanto ai gruppi femminili che si confrontano in un serrato botta e risposta, c’è un dialogo che squarcia il velo delle apparenze e irrompe con tutta la sua disarmante umanità: il dialogo “muto” di Gina con il defunto marito Meco, un flusso di pensieri, ricordi e rimandi che solo il pubblico può udire. Una confidenza intima, che ci si sente in dovere di accogliere e custodire come il più prezioso dei doni.

Altre mitiche creature. Racconti

È davvero così complicato conoscere le donne? Probabilmente sì, per la realtà variegata che rappresentano, con caratteristiche simili a quelle delle dee antropomorfe dell’Olimpo, nel bene e nel male. Dopo secoli di emarginazione, hanno imparato a esprimere se stesse, ad affrontare avventure, passioni, difficoltà, con risorse impensate e inattese. Questo è l’argomento, il fil rouge che lega i racconti di questo libro, la complessità della natura umana e in special modo quella femminile, assimilabile all’Araba Fenice, creatura mitologica, capace di rinascere dalle proprie ceneri all’infinito.

E se la società talvolta cerca di uniformare gli individui, soprattutto le donne, attribuendo loro qualità astratte, legate a un modello culturale, ebbene, le protagoniste di queste storie sanno emanciparsi, andare oltre, sorprendere e uscire dai canoni, ribellandosi a stereotipi falsi e riduttivi. In fondo cos’è la normalità? Una di loro ne ha un’idea precisa: “La normalità non esiste, è solo un punto e virgola per evitare di andare a capo”.

L’ingresso alle presentazioni, che hanno inizio alle 17, è libero.
www.bibliotechedimaremma.it

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