La rassegna “L’altro genere. Scrittrici di Maremma” arriva, venerdì 12 dicembre, alle 17, in tre punti della Rete Grobac, delle biblioteche degli archivi e dei centri di documentazione della provincia di Grosseto.
Saranno, infatti, la biblioteca comunale “La Piccola” di Capalbio, la biblioteca comunale “C. Mariotti” di Scarlino e la Biblioteca delle Muse di Saturnia ad accogliere le tre autrici protagoniste di questo nuovo appuntamento di promozione della lettura.
A “La piccola” di Capalbio, Carlotta Fruttero, in un dialogo con Roberta Pieraccioli, presenta il suo libro edito da Mondadori “Alice ancora non lo sa”; a Scarlino protagonista Luciana Bellini con “La bonanima di Meco. Commedia tragicomica su carta” (Effigi) che presenterà insieme ad Ilaria Cansella, direttrice dell’Isgrec (Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea); alla Biblioteca delle Muse di Saturnia è la volta di Fulvia Perillo che presenta “Altre mitiche creature. Racconti” (Effigi), insieme alla giornalista Lina Senserini.
Alice sta per perdere la casa di famiglia in cui è cresciuta e vive, ma è determinata a battersi perché ciò non accada. Per continuare a lottare però deve fare i conti con il passato. La sua vita, le sue scelte: specialmente una, quella che dieci anni prima le ha completamente rivoluzionato l'esistenza. Alice è sempre stata una sognatrice, ama le fiabe, crede nel principe azzurro e nel lieto fine e quando incontra Lui pensa di aver finalmente trovato le risposte che cerca.
Si lascia travolgere dai sentimenti, dimentica il buonsenso e si butta anima e cuore in un'avventura che rischia di annientarla. Poteva agire diversamente? È stata tutta colpa sua? Eppure, amore c'è stato, non è accaduto tutto invano se ora Alice ha il coraggio di ripercorrere il cammino che l'ha portata fino a qui; un cammino segnato da ricordi dolorosi ma che le consentirà di diventare più consapevole e forte.
Questo racconto teatrale si svolge durante la veglia funebre di Meco, personaggio apprezzato e benvoluto nella sua piccola comunità della Maremma, passato a miglior vita dopo una breve ma inesorabile malattia. Il raccoglimento dei compaesani che si recano a rendergli omaggio diventa l’occasione per descrivere una società che, oltre a ricordare la “bònanima”, condivide opinioni e riflessioni sul presente.
Sono temi cari all’autrice, che ha osservato attentamente il ridisegnarsi della civiltà: dall’apparente semplicità popolare all’irrompere della contemporaneità, con l’intontimento mediatico, l’omologazione e la critica a una classe dirigente inadeguata e poco affidabile. Tra le voci emerge la necessità, da parte delle donne della stessa generazione, di maturare la consapevolezza che un linguaggio e una prassi alternative a quelle maschili sono possibili, e che questo compito spetta proprio a loro.
Accanto ai gruppi femminili che si confrontano in un serrato botta e risposta, c’è un dialogo che squarcia il velo delle apparenze e irrompe con tutta la sua disarmante umanità: il dialogo “muto” di Gina con il defunto marito Meco, un flusso di pensieri, ricordi e rimandi che solo il pubblico può udire. Una confidenza intima, che ci si sente in dovere di accogliere e custodire come il più prezioso dei doni.
È davvero così complicato conoscere le donne? Probabilmente sì, per la realtà variegata che rappresentano, con caratteristiche simili a quelle delle dee antropomorfe dell’Olimpo, nel bene e nel male. Dopo secoli di emarginazione, hanno imparato a esprimere se stesse, ad affrontare avventure, passioni, difficoltà, con risorse impensate e inattese. Questo è l’argomento, il fil rouge che lega i racconti di questo libro, la complessità della natura umana e in special modo quella femminile, assimilabile all’Araba Fenice, creatura mitologica, capace di rinascere dalle proprie ceneri all’infinito.
E se la società talvolta cerca di uniformare gli individui, soprattutto le donne, attribuendo loro qualità astratte, legate a un modello culturale, ebbene, le protagoniste di queste storie sanno emanciparsi, andare oltre, sorprendere e uscire dai canoni, ribellandosi a stereotipi falsi e riduttivi. In fondo cos’è la normalità? Una di loro ne ha un’idea precisa: “La normalità non esiste, è solo un punto e virgola per evitare di andare a capo”.
L’ingresso alle presentazioni, che hanno inizio alle 17, è libero.
www.bibliotechedimaremma.it
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