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L’altro genere, scrittrici di Maremma. Protagoniste Costanza Ghezzi e Luciana Bellini con i loro romanzi

Venerdì 5 dicembre alle 17

Grosseto

03/12/2025

Costanza Ghezzi e Luciana Bellini sono le autrici al centro dei prossimi appuntamenti organizzati dalla Rete Grobac — la rete delle biblioteche, degli archivi e dei centri di documentazione della Maremma e dell’Amiata — nell’ambito della rassegna di promozione della lettura “L’altro genere. Scrittrici di Maremma”. Venerdì 5 dicembre, infatti, alle 17 le biblioteche comunali di Gavorrano e di Orbetello si preparano ad accogliere due presentazioni.

Alla Biblioteca “E. Maestrini” di Gavorrano, Costanza Ghezzi presenta il suo primo libro “Il mestiere di mia madre” (Piemme), accompagnata dalle domande di Roberta Pieraccioli; mentre alla Biblioteca “P. Raveggi” di Orbetello è in programma la presentazione de “La bonanima di Meco” (Effigi) di Luciana Bellini, affiancata da Ilaria Cansella, direttrice dell’Isgrec – Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea.

Il mestiere di mia madre

A Vittoria, in Sicilia, Lucetta è nata per malasorte, e finora la sua vita è stata segnata da una serie di uomini deludenti: un padre stralunato morto in battaglia, un patrigno violento, un marito ignorante. Così, quando la macchina di Gregorio Palermo si ferma davanti a casa, le viene naturale pensare che sia arrivato il momento di fare le valigie. La fortuna bisogna costruirsela da sé, e Gregorio può portarla a Roma, una città enorme e libera. Lucetta lascia quindi tutto alle spalle e parte senza un soldo. Flaminia non sa cosa sia l’amore: all’istituto di suore non c’è spazio per un sentimento simile.

Una volta al mese sua madre, Lucetta, fa capolino: è indipendente, bellissima, e la porta a mangiare la migliore carbonara di Trastevere, per poi abbandonarla di nuovo all’istituto, rincorsa ogni volta da un uomo diverso. Le suore bisbigliano cattiverie, dicono che quella donna vende il suo corpo, che andrà all’inferno. Flaminia non conosce nemmeno l’odio: è sempre stata una ragazza mite e pensierosa, e non ha mai davvero capito quali sentimenti dedicare a una madre intermittente, splendida e terribile. Una madre e una figlia.

Una storia di donne, di emancipazione e di lotta contro le ingiustizie del mondo. Un’avventura che si apre nella Sicilia rurale e arriva nel cuore della città aperta, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Costanza Ghezzi trascina il lettore, costringendolo a tenere il ritmo delle corse di Lucetta e Flaminia, due protagoniste che brillano di una luce abbagliante.

La bonanima di Meco. Commedia tragicomica su carta

Questo racconto teatrale si svolge durante la veglia funebre di Meco, personaggio apprezzato e benvoluto nella sua piccola comunità della Maremma, passato a miglior vita dopo una breve ma inesorabile malattia. Il raccoglimento dei compaesani che si recano a rendergli omaggio diventa l’occasione per descrivere una società che, oltre a ricordare la “bònanima”, condivide opinioni e riflessioni sul presente.

Sono temi cari all’autrice, che ha osservato attentamente il ridisegnarsi della civiltà: dall’apparente semplicità popolare all’irrompere della contemporaneità, con l’intontimento mediatico, l’omologazione e la critica a una classe dirigente inadeguata e poco affidabile. Tra le voci emerge la necessità, da parte delle donne della stessa generazione, di maturare la consapevolezza che un linguaggio e una prassi alternative a quelle maschili sono possibili, e che questo compito spetta proprio a loro.

Accanto ai gruppi femminili che si confrontano in un serrato botta e risposta, c’è un dialogo che squarcia il velo delle apparenze e irrompe con tutta la sua disarmante umanità: il dialogo “muto” di Gina con il defunto marito Meco, un flusso di pensieri, ricordi e rimandi che solo il pubblico può udire. Una confidenza intima, che ci si sente in dovere di accogliere e custodire come il più prezioso dei doni.

L’ingresso alle presentazioni è libero.

www.bibliotechedimaremma.it

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