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Le “Novelle” di Pseudo Gentile Sermini si svelano a Siena il 5 febbraio

04/02/2014

La voce di Robert Wright

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Quaranta novelle, accompagnate da trentasei poesie a commento e da due prose. Finalmente in edizione critica e commentata ecco apparire nella benemerita Biblioteca senese la raccolta di novelle attribuita ad un misterioso Gentile Sermini e curata da Monica Marchi, Stefano Carrai, Marzia Pieri e del compianto Roberto Guerrini. L’opera, intitolata Novelle (Edizioni ETS), verrà presentata mercoledì 5 febbraio alle 17 a Siena, nella sala storica della Biblioteca degli Intronati. Oltre ai curatori, saranno presenti Carlo Caruso e Gioachino Chiarini.

L’opera - Delle due prose presenti nella raccolta troviamo una lettera sull’apparizione di Venere ed il resoconto quasi stenografico di dialoghi e imprecazioni tra giovani reduci da una violento Gioco delle pugna. Soprattutto quest’ultimo pezzo è stato vietatissimo, perché uno dei primi che contenga nomi di Contrada: Giraffa, Chiocciola, quelli di Vallepiatta e così via. I dubbi sull’esistenza di questo Sermini si sono infittiti col tempo ed ora con certezza si può affermare che un Gentile Sermini non è mai esistito. Chi sarà allora l’autore della raccolta? La domanda accresce l’interesse per un’opera che nel suo genere è di sicuro la più prestigiosa e importante tra quelle elaborate a Siena. Monica Marchi, che ha curato l’edizione critica e steso un utile commento, propende per datare l’opera tra il 1420 e gli anni Cinquanta del XV secolo, ma probabilmente l’ante quem va un po’anticipato. Al di là delle querelle sull’identità dell’autore/raccoglitore sta l’indiscusso valore della raccolta: dal punto di vista linguistico perché numerosi sono i senesismi fonetici e tante le voci tipiche della lingua allora in uso non solo tra i dotti; dal punto di vista documentario perché vi sono riflessi modi di vita e costumanze descritte con grande freschezza, dal punto di vista culturale e propriamente letterario. Culturalmente vi circola un mordace spirito anticlericale, un’insistita estrosità anticonformistica, un’irriverente vena erotica. Il modello Boccaccio è ben presente ma la raccolta ha tratti di grande originalità. Le novelle sono intessute con indugio e con l’obiettivo di mettere in risalto dettagli piccanti e bizzarri retroscena. «Siena – afferma la Marchi – è il perno della raccolta, è il punto focale intorno al quale si snodano tutte le vicende, che la vedono, nonostante le difficoltà incontrate nel corso della sua storia politica e sociale, come la grande vincitrice, in opposizione all’eterna vicina e nemica città del fiore, Firenze, che l’autore non perde occasione di mettere in cattiva luce».

Roberto Barzanti

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