Nuovo appuntamento con la rubrica "Perchè leggere i classici": un ciclo di interviste a docenti universitari, dottori di ricerca, filosofi, scrittori e poeti sul valore dei grandi pensatori latini e greci. Ma anche un modo per confrontarci con quel passato remoto che, in quanto classico, si sovrappone spesso con il nostro presente.
Nel tracciare un profilo completo dell’identità e della vita femminile in età greca, il libro parte dall’idea che la civiltà (maschile) greca ebbe della disuguaglianza dei sessi e dell’identità della donna, per poi illustrare il corso della vita femminile: dalla nascita all’educazione, al matrimonio, alla vecchiaia. Sono passati in rassegna i diversi ruoli sociali – moglie e madre, ma anche schiava, prostituta, cortigiana – e sono esaminati realtà e mito del potere femminile, dall’utopia di Aristofane alle regine ellenistiche. Vengono quindi delineate le figure storiche o leggendarie, di intellettuali che, come Saffo o Aspasia, si distinsero per la loro sapienza.
Per Eva Cantarella la donna romana è il nostro passato prossimo. La donna greca invece chi è per noi? Essere donna nel V secolo a. C. ad Atene era uguale che esserlo a Sparta o in qualunque altra città della Grecia antica? Figure come Saffo e Aspasia, donne che si distinguevano per la loro sapienza e cultura, godevano di una diversa considerazione?
A queste domande risponde Maria Paola Castiglioni, docente di Storia e civiltà dei mondi antichi all’Università di Grenoble Alpes e autrice del libro dal titolo “La donna greca” (Il Mulino).
Come nasce l’identità femminile in una società che la pensava e la governava al maschile? Questo libro esplora la Grecia antica attraverso lo sguardo sulle donne, ricostruendo i ruoli, i vincoli e le possibilità che le strutture culturali e sociali assegnavano loro.
L’indagine si apre con il quadro della disuguaglianza di genere che la civiltà greca eresse a fondamento di un ordine maschile, per intrecciarsi poi al racconto delle vite concrete: figlie, spose, madri, ma anche schiave, cortigiane e prostitute.
Il percorso si amplia interrogando le forme di autorità e di sapere al femminile, reali o immaginate: dalla donna potente che emerge nei miti comici e tragici, alle regine ellenistiche, fino alle figure di confine – sacerdotesse, profetesse, maghe – che, in una società dominata dagli uomini, custodivano linguaggi e pratiche alternative (Dalla quarta di copertina).
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