E’ pasqua. Per i cristiani il felice epilogo di un ‘paradosso’ (Dio condannato e messo a morte da uomini, poi risorto) su cui ha trovato fondamento una fede millenaria. Festa anche tragica, dunque, poiché nel suo antefatto c’è una vittima sacrificale, l’«agnus Dei qui tollis peccata mundi» che conobbe la solitudine in cui tutte le vittime si trovano, quando diviene incommensurabile lo spazio frapposto tra la nera notte dell’abbandono e il rosso del sangue.
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