"Ora sono libera: so che mio padre e mia madre non verranno, qualcuno, pietoso, glielo impedirà. Anche loro, finalmente, sono liberi. Mi ricompongono con cura prima di spostarmi su una barella. Ora tutto sembra chiaro in mente, tutto ciò che mi è accaduto sta in ordine, fin da principio". Alma è annegata, e il suo corpo gonfio d'acqua è adagiato sulla spiaggia. Le circostanze della morte sono misteriose, come accade nei gialli. Ma mentre il passato torna alla luce, ciò che emerge non è tanto un racconto di intrighi e tradimenti, quanto piuttosto una storia di dolore e speranza, narrata con sguardo lucido e introspettivo. Il romanzo del giovane Gianni Nuti “Nel mare del caso” (Mauro Pagliai Editore) affronta senza retorica e sentimentalismi il tema della malattia e della diversità grazie a uno stile narrativo coinvolgente unito a un sorprendente realismo.
L’autore - Nuti, classe '64, nato ad Asti ma toscano nel sangue, lavora all'Università della Valle d'Aosta, dove insegna Didattica. Per la Regione si occupa di politiche sociali, e ciò lo ha portato a contatto con situazioni di disagio e alienazione. Proprio dalla sua esperienza il giovane scrittore ha tratto lo spunto per dipingere un affresco intenso fatto di amore e odio, angosce e sensi di colpa che abbraccia quarant'anni di storia recente.
La pubblicazione - Il libro racconta di Magda e Alfiere, abitanti di Lazise, un paesino sul lago di Garda dove lavorano lui in un cantiere navale, lei come governante a casa di una nobildonna. La loro vita cambia drasticamente quando scoprono che la neonata figlia Alma è affetta da una grave disabilità. La famiglia, dal quel momento, inizierà un percorso agrodolce fatto di ostacoli, sofferenze e poche, piccole gioie scontrandosi in modo drammatico e insieme dignitoso contro l'ignoranza e l'indifferenza dell'Italia del secondo dopoguerra. "Ho tratto ispirazione", confessa solo oggi Nuti, "non soltanto dal mio lavoro, ma in parte anche da un'esperienza molto personale. Ho deciso di scrivere un romanzo perché penso che la letteratura abbia la possibilità di dare un senso anche dove non c'è, anche a quelle situazioni in cui è possibile trovare, anche solo immaginare, una ragione. Anche quando tutto sembra navigare nel mare del caso".
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