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Orbetello Book Prize. Enzo Fileno Carabba e Romana Petri i protagonisti della seconda serata

Sabato 28 giugno alle 19 e alle 21

Orbetello

27/06/2025

Siamo nel cuore della IV edizione dell’Orbetello Book Prize - Maremma Tuscany Coast, il premio letterario internazionale voluto dal Comune di Orbetello, Assessorato alla Cultura e al Turismo, guidato da Maddalena Ottali e in collaborazione con l’agenzia ZigZag. La seconda serata è alle porte con altri due finalisti.

Sabato 28 alle 19 Enzo Fileno Carabba salirà sul palco per presentare "L’arca di Noè" (Ponte alle grazie) in dialogo con Ritanna Armeni.

“Ho scritto la storia dell'arca di Noè perché è una delle prime storie che ho ascoltato. Ero piccolo, ma l'immagine dell'immensa fila di animali silenziosi in attesa di imbarcarsi non l'ho mai dimenticata. Mi sono sempre chiesto cosa facessero esattamente dentro l'arca, perché nessuno lo dice. Poi, un giorno, mi sono ritrovato tra loro. Ho descritto il viaggio dell'arca perché racconta come sopravvivere al diluvio grazie al rapporto con gli animali e altri messaggeri. Il diluvio è una grande crisi che può assumere varie forme, materiali o immateriali. Per esempio: una catastrofe climatica o un annebbiamento dei cervelli.

Anche l'arca può essere molte cose: un linguaggio, un archivio, il nostro pianeta. E molti sono i nomi di Noè. La sua storia è più antica della Bibbia ed è stata raccontata da molti popoli. Parla di distruzione e speranza. Pone una domanda cruciale: cosa merita di essere salvato? Oggi ci sono miliardari tecnologici come Elon Musk che sognano un'arca spaziale, un'astronave, che conduca pochi privilegiati su Marte, in fuga dalla Terra dopo averla distrutta. Ho scritto questa storia per immaginare una salvezza diversa. Infine l'ho scritta per dedicarla ai miei figli. Quando sembra che il mondo sia finito, è il momento di costruire un'arca per farlo ricominciare”.

Alle 21 chiuderà la serata Romana Petri con "La ragazza di Savannah" (Mondadori), in dialogo con Daniela Mecenate.

Una ragazza americana di solidi principi, innamorata del padre, occhi blu scuro e lampi di tanto pensiero che li attraversano. Una ragazza che, quando esce di casa, si incanta davanti alle galline. Una ragazza che ha e non smette mai di avere Cristo come sublime interlocutore, e non è semplice il suo Dio. Quando arriva alla scrittura la riconosce dono divino. Quella ragazza è Flannery O'Connor, una delle più grandi autrici del Novecento. Entra nell'immaginazione di Romana Petri con i suoi umili e i suoi balordi, i suoi peccatori, la sua solitudine, lo splendore dei suoi pavoni e l'amore mai avuto.

Pietosa sino all'empietà, intrisa d'una ironia che lascia stupefatti gli interlocutori, Mary Flan ritrova il padre nella stessa malattia, il Lupus, ma la combatte a colpi di incandescenti parole e senza mai lamentarsi. Si allontana dalla sua Georgia quando la chiamata della letteratura diventa forte come una investitura, una missione, ma questo sogno di libertà sarà infranto dalla malattia e dovrà tornare al ranch materno, da quella Regina che non capiva il suo genio ma l'ha assistita fino alla fine.

Le letture sono affidate a Marialetizia Cannas e Stefano Goracci.

L’ultima serata avrà luogo dalle 19 di domenica 29, quando saranno consegnati il premio all’opera di narrativa contemporanea, il tributo alla carriera a Ben Pastor e annunciata la menzione speciale a Nikolai Prestìa, con "La coscienza delle piante".


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